Sono l'Emilia Romagna e la Liguria le regioni italiane che nel 2011 hanno offerto agli immigrati le migliori condizioni di inserimento occupazionale, seguite da Toscana (che perde la testa della classifica), Lombardia, Piemonte e Sardegna. E’ quanto emerge dal IX Rapporto Cnel sugli indici d'integrazione degli immigrati. Chiudono il gruppo delle regioni ad alto livello di inserimento occupazionale degli immigrati Friuli Venezia Giulia e Lazio.

La Toscana perde due posizioni Rispetto al 2009, si legge nel focus, l'Emilia Romagna ha migliorato di 4 punti il proprio indice, soprattutto grazie a valori particolarmente apprezzabili, a livello nazionale, negli indicatori di partecipazione degli immigrati al mercato occupazionale, di impiego lavorativo (ore complessivamente lavorate dagli immigrati che ne denotano, in media, un impiego vicino al tempo pieno) e continuità del permesso di soggiorno per lavoro (bassa incidenza di mancati rinnovi alla scadenza: 7,2% contro una media nazionale dell'8,8%, preceduta solo dalla Sardegna con il 6,5%). Ciò ha consentito alla regione emiliano-romagnola di scavalcare in testa alla graduatoria la Toscana (il cui indice è rimasto pressoché invariato), al secondo posto, della Liguria, la quale – con un incremento di quasi 9 punti di indice – ha scalato ben 6 posizioni. Anche il Friuli Venezia Giulia, che 2 anni fa era terza con un indice superiore di quasi 8 punti all'attuale, è stato superato non solo dalle due più grandi regioni (e poli produttivi industriali) del Nord Ovest, la Lombardia (al quarto posto come nel 2009, ma con un indice migliorato di 5 punti) e il Piemonte (salito di 2 posizioni, con incremento di quasi 2 punti), ma anche dalla Sardegna, che solo 2 anni prima era di 10 posti più in basso nella graduatoria con un valore di oltre 30 punti inferiore.