Il profilo Instagram degli Uffizi di Firenze ha superato quota 150mila followers, primo in Italia fra i musei di arte antica e fra i musei statali. Dall’inizio dell’anno la crescita è stata di oltre il 50%. Il numero medio di ‘like’ su ogni post è di 3.467, con una media di 23 commenti. Le opere più apprezzate sono La nascita di Venere del Botticelli (13.278 like), la Medusa del Caravaggio (9.827) e Giuditta decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi (9.496).
Per tutte le età «Il successo globale del canale Instagram degli Uffizi – ha sottolineato Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi – è anche un successo di conoscenza, di educazione, perché noi ogni giorno proponiamo un’immagine delle collezioni insieme a una interpretazione storico-artistica, ma spesso anche a un brano di poesia del passato e del presente. Questa formula ha trovato tanti seguaci in tutto il mondo: è rigorosamente bilingue in italiano e in inglese, è fatto per tutte le età, tutte le generazioni, e infatti siamo il museo che cresce di più in tutto il mondo su Instagram. Di questo siamo molto fieri, e abbiamo già altri progetti da realizzare».
Grande Tourismo Nel frattempo nelle scorse ore è stata inaugurata proprio agli Uffizi la mostra ‘Grande Tourismo’, una riflessione sull’identità del turismo attuale, in particolare sulla consuetudine a filtrare l’osservazione dell’opera d’arte attraverso l’obiettivo di smartphone, telecamere, macchine fotografiche. Il progetto artistico di Giacomo Zaganelli è ospitato dalla sala 56 del primo piano degli Uffizi, che fino a pochi giorni fa accoglieva i marmi ellenistici ora approdati alla nuova collocazione del Verone. La mostra, curata da Chiara Toti e dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, riunisce tre video di Zaganelli: se in ‘Illusion’ sono le strade del centro di Firenze ad assumere il ruolo di testimoni dell’acquisizione digitale di immagini e in ‘Everywhere but nowhere’ tale compito è affidato a Palazzo Strozzi, il video ‘Uffizi Oggi’, girato dall’artista in una domenica di ordinaria apertura al pubblico, mostra che cosa avviene quotidianamente di fronte ai capolavori di Botticelli. «I visitatori che hanno già visto il secondo piano – ha osservato Eike Schmidt – poi proprio alla congiunzione col primo piano vedono le videoriprese, e quindi possono riflettere un po” sul proprio comportamento. In alcuni casi sono state volutamente selezionate delle scene quasi caricaturali, che fanno vedere gente che nel centro di Firenze, circondata dai grandi capolavori, vive solo per il proprio pezzo di metallo nella mano: questo ci deve far riflettere tutti quanti, è il senso dell’installazione».