Prosegue a Prato il contrasto allo smaltimento illecito di rifiuti tessili: ieri la Polizia Municipale ha scoperto un impianto di recupero rifiuti abusivo in un capannone in via Campana dove si sarebbe svolta una vera attività abusiva di recupero rifiuti. La ditta, nonostante lavorasse da novembre del 2016 con sei dipendenti, non aveva mai ottenuto l’autorizzazione per smaltire i rifiuti dalla Regione Toscana. Sono stati i movimenti di alcuni autocarri avvenuti nell’ultimo mese vicino all’immobile a insospettire gli investigatori. Stipati all’interno del fondo c’erano circa 60 tonnellate di rifiuti tessili, allestiti in sacchi e balle, provenienti con probabilità da aziende di confezione e ‘pronto moda’ del distretto (che sono quasi tutti a conduzione imprenditoriale cinese); altre 254 tonnellate erano già state cedute a terzi. Assente la documentazione amministrativa riguardante la gestione dei rifiuti, quale registro carico e scarico e formulari di identificazione attestanti l’ingresso del materiale in impianto. Nell’azienda sono state riscontrate anche numerose violazioni in materia di normativa antincendio e sicurezza sui luoghi di lavoro dal personale dei Vigili del Fuoco, intervenuti durante l’intervento. Dopo un’attenta verifica del materiale è scattato il sequestro del capannone. Quest’ultimo è di proprietà di una pratese ma regolarmente affittato al titolare della ditta, 49 anni, denunciato per gestione illecita di rifiuti.