Sono stati ritrovati i resti della marchesa Ilaria del Carretto (1379-1405), rinvenuti dai paleopatologi dell'Università di Pisa nella Cappella di Santa Lucia a Lucca, annessa al complesso di San Francesco, utilizzata come cappella privata e funeraria dalla famiglia Guinigi. La nobildonna, seconda delle quattro mogli di Paolo Guinigi, signore di Lucca tra il 1400 e il 1430, è passata alla storia per il celebre monumento funebre a lei dedicato, opera di Jacopo della Quercia nella Cattedrale di San Martino a Lucca.

La scoperta In una delle tre tombe femminili portate alla luce, e' stato scoperto lo scheletro di una donna adulta di corporatura piuttosto gracile, di un'età antropologica compresa tra i 20 ed i 27 anni ed una statura di circa 158 cm, con alcune alterazioni scheletriche (probabile sublussazione della testa del femore destro, asimmetria vertebrale da possibile scoliosi, esiti di frattura della clavicola destra). Il profilo isotopico paleonutrizionale indica un tipo di alimentazione molto diversa da quella dei Guinigi, mentre l'isotopo 18O dei denti suggerisce un'origine non lucchese. Quindi, potrebbe trattarsi sia di Piagentina dei Varano (morta 1416), dei signori di Camerino, che di Ilaria del Carretto, proveniente dal castello di Zuccarello (Savona). Però, mentre Piagentina visse a Lucca per circa 9 anni e il suo profilo isotopico alimentare, in base al turnover osseo, doveva essersi uniformato a quello dei Guinigi, Ilaria mori' a meno di 2 anni dal matrimonio, mantenendo il profilo isotopico originale, diverso da quello dei Guinigi. E' quindi molto probabile, si legge nel rapporto dei ricercatori pisani, che i resti della tomba siano da attribuire a Ilaria del Carretto, benché ulteriori accertamenti siano indispensabili per avere la sicurezza dell'attribuzione.

Analisi più approfondite Infatti la certezza potrebbe essere ottenuta attraverso ulteriori approfondimenti isotopici e molecolari. Per quanto riguarda gli isotopi dell'ossigeno e' necessario conoscere la concentrazione del 18O nelle acque di Zuccarello (dove e' nata e vissuta Ilaria, prima del matrimonio con Paolo Guinigi) all'epoca di Ilaria. Ciò potrebbe essere effettuato analizzando campioni ossei umani o animali coevi provenienti da Zuccarello. Un'altra indagine potrebbe essere quella del Dna mitocondriale in qualche discendente di Ilaria della linea materna, alcuni dei quali gia' individuati ma di difficoltoso reperimento. Il progetto di studio antropologico e paleopatologico completo delle sepolture ritrovate ha già permesso di ottenere informazioni nuove sull'aspetto fisico, sullo stile di vita e sulle malattie degli esponenti dell'importante famiglia lucchese dei Guinigi. Finora sono state studiate tre sepolture in connessione, archeologicamente riferibili alla fase della prima metà del '400, e i resti scheletrici di una tomba plurima a cassone in muratura, utilizzata dai Guinigi come sepoltura di famiglia dal XIV secolo alla prima metà del XVII secolo.

Gli altri resti Nella tomba a cassone sono stati rinvenuti i resti scheletrici, non in connessione, di almeno 48 individui: 17 di sesso femminile, 11 di sesso maschile e 20 di sesso non determinabile. Sono presenti anche 5 bambini di età inferiore ai 13 anni e 4 adolescenti tra i 13 ei 19 anni, mentre 14 individui risultano deceduti tra i 20 e i 29 anni, 3 tra i 30 e i 39, 8 tra i 40 e i 49 ed un solo individuo ha superato i 50 anni.