FIRENZE – Cresce ancora il Terzo settore in Toscana: sono oltre 7.300 le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le cooperative sociali attive alla fine del 2020, con un aumento di circa 500 unità rispetto alla fine del 2019.
Ma per il volontariato è rischio sopravvivenza. Sono infatti 2000 le associazioni che, causa pandemia e crisi energetica, potrebbero non proseguire la loro attività. Mille quelle a rischio cessazione, le altre mille ridurranno fortemente la loro attività, denunciail portavoce del Forum Terzo settore Gianluca Mengozzi.
E’ quanto emerge dal Quarto rapporto del Terzo settore, curato dall’Osservatorio sociale regionale, secondo cui ai 7.300 enti censiti nei registri pubblici si aggiunge un universo non profit formato da circa 27.000 realtà associative formali e informali che mobilitano quasi mezzo milione di volontari.
Le organizzazioni di volontariato operano prevalentemente nei settore sanitario (33%) e sociale (31%) seguiti dai settori culturale (10%) e ambientale (8%). Le associazioni di promozione sociale sono attive principalmente nel settore culturale-educativo e di ricerca etica e spirituale (47%) seguiti da quello sociale (21%), sportivo-ricreativo (15%) e ambientale-turistico (10). Gran parte delle cooperative sociali, infine, sono impegnate nei settori socio-sanitario, educativo, e nell’integrazione lavorativa di soggetti con disabilità.
Per affrontare l’emergenza pandemica la Regione Toscana ha messo a disposizione degli enti del terzo settore nel 2021 7,2 milioni di euro che sono stati distribuiti tra 2.284 soggetti richiedenti. Il volume delle risorse erogate dalle fondazioni di origine bancaria ha raggiunto nel 2020 i 121 milioni di euro (+30% rispetto al 2019) per oltre 2.600 iniziative finanziate. Nel 2020 si sono registrate circa 491.000 donazioni del 5 per mille, per circa 22,5 milioni di euro a 4.389 soggetti del terzo settore.
“Dal rapporto — ha evidenziato l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli — emerge un terzo settore vitale, nonostante gli enormi disagi delle limitazioni imposte dalla pandemia, che è riuscito, proprio in quella fase, a mettere in campo uno sforzo poderoso, che ha permesso di arginare l’impatto causato dalla crisi sanitaria in particolare per le persone in maggiori condizioni di bisogno e di fragilità”. Nel 2020 il 57,5% delle organizzazioni di volontariato ha svolto attività in risposta all’emergenza, soprattutto per l’erogazione di beni e servizi di prima necessità.
La riforma, secondo Spinelli, “riconosce agli enti del terzo settore, un ruolo attivo e corresponsabile nella programmazione e nello sviluppo delle politiche pubbliche. E’ quindi in atto un percorso che permetterà di valorizzare questi soggetti coinvolgendoli in azioni di coprogrammazione e coprogettazione con le istituzioni, pur nella salvaguardia piena dei ruoli di ciascuno e della loro autonomia. E’ un percorso che sta decollando proprio in questi mesi: i soggetti del terzo settore stanno trasmigrando nel registro unico nazionale del terzo settore, adempimento cruciale della riforma”.