MONTALCINO -Focus sul volontariato ilcinese ieri sera al Museo della Comunità di Montalcino e del Brunello (Fattoria dei Barbi, Montalcino) in occasione della presentazione del libro #IOSIAMO di Tiziana Di Masi e Andrea Guolo, dedicato alle storie della solidarietà italiana raccolte prima, durante e dopo la pandemia.
A intervenire assieme agli autori, Gloria Pignattai, assessore al bilancio del Comune di Montalcino, Stefano Cinelli Colombini, ad della Fattoria dei Barbi e fondatore del Museo, Remo Grassi, governatore della Confraternita della Misericordia di Montalcino e ad di Banfi, Mauro Borghi, presidente della Consulta Provinciale del Volontariato di Siena e i rappresentanti dei quartieri di Montalcino, Samuele Cecchini, Nicola Giannetti, Viola Pianigiani e Giancarlo Paccagnini, che hanno portato ciascuno una testimonianza dalle esperienze di volontariato del territorio. Tra le storie raccolte e raccontate dall’autrice Tiziana Di Masi, quella di Luca, volontario della Misericordia, che nel periodo del lockdown ha portato aiuto ai bisognosi.
«Montalcino è una comunità piccola, ma in cui la sensibilità sul volontariato è molto forte – ha detto l’assessore Pignattai -. È uno degli aspetti che ci ha permesso di sostenerci anche durante il periodo della pandemia». Una sensibilità che ha radici lontane, come ricorda Stefano Cinelli Colombini, ad della Fattoria dei Barbi, «nel 1300 era già attiva la Compagnia dei Bianchi, che poi sarebbe diventata l’odierna Misericordia».
«Oggi sul territorio le realtà che si occupano di volontariato e solidarietà sono oltre 90 – ha detto Grassi – È importante che da parte delle autorità continuino ad arrivare stimoli per portare avanti questo impegno». E Siena è l’unico capoluogo toscano con una Consulta che racchiude e coordina tutte le associazioni di settore della provincia, come ha spiegato Mauro Borghi, presidente della Consulta Provinciale del Volontariato.
Con oltre 1.000 metri quadrati di esposizione il Museo della Comunità di Montalcino e del Brunello racconta l’anima del territorio attraverso antichi oggetti, attrezzi agricoli e artigiani, documenti d’epoca e oltre 200 bottiglie dalle cantine ilcinesi. Dieci secoli di storia raccolta in maniera trasversale, tra classi sociali, culture e generazioni diverse, per scoprire le radici e le ragioni di un mito mondiale chiamato Brunello. Ma anche uno spazio d’accoglienza per dibattiti, eventi pubblici e privati che divengono occasioni di approfondimento e di incontro con il patrimonio storico e culturale di Montalcino.