Da un’aspettativa di vita di tre mesi alla scomparsa delle metastasi: questa la storia di un sorridente signore che vive a Prato, paziente dell’Immunoterapia Oncologica dell’AOU Senese, che ha scelto di rendere pubblica la sua vicenda personale proprio ora che si accinge a partire per il Cammino di Santiago, un’esperienza che, come spiega in una nota del policlinico senese «vuole essere un’altra prova da affrontare perché chi vuole vedere l’arcobaleno deve imparare ad amare la pioggia».
Il viaggio dopo la sofferenza Il paziente partirà per Santiago di Campostela dalla località di Somport, valico montano sui Pirenei e inizio del Cammino Aragonese, a 1632 metri di quota. Il prossimo 3 maggio partirà da solo e raggiungerà Lourdes il 4 maggio; con mezzi pubblici raggiungerà poi Somport ed il 5 maggio, di buon’ora, inizierà il cammino Aragonese tentando di percorrere a piedi tutti i km.970 fino a Finisterre e indossando, per tutto il Cammino, la maglia della onlus “Aquattromani”, che aiuta i pazienti in cura presso il reparto diretto dal dottor Michele Maio. «L’idea – spiega il paziente – è di tornare in Toscana a fine giugno facendo conoscere a tutti l’attività della onlus che ha fatto tanto e continua a fare tanto grazie ai pazienti e ai loro familiari che supportano i nuovi pazienti, aiutandoli a capire meglio, insieme ai medici del reparto, che cos’è l’immunoterapia, come funziona e come si differenzia da chemioterapia o radioterapia».
Una cura sperimentale che gli ha salvato la vita Tra il 2011 e il 2013 a Prato a causa di un melanoma in fase avanzata l’uomo ha dovuto sottoporsi i a varie operazioni chirurgiche molto invasive per cercare di togliere le metastasi che ogni tanto si manifestavano in varie zone del corpo «finché – spiega – nel giugno del 2013, mi è stata rilevata una metastasi in zona non operabile che non mi avrebbe lasciato chance di sopravvivenza». L’uomo era però in contatto con il reparto di Immunoterapia Oncologica dell’AOU Senese, ed è stato inserito in un programma di cure sperimentali disponibili nell’ospedale senese.
«In viaggio pensando ai compagni di reparto» «Grazie a queste cure – spiega – ho affrontato e sconfitto la malattia un anno dopo. Da pochi mesi ho sospeso la terapia, continuando i controlli periodici e sempre supportato dal team medico e infermieristico. Il Cammino di Santiago, pur essendo un’esperienza impegnativa dal punto di vista fisico, rappresenta per me una tappa importante da affrontare e, durante il tragitto, indossando la maglia della onlus, il mio pensiero sarà rivolto ai tanti compagni di viaggio incontrati in reparto».