Via libera dal cda di Centrale del Latte di Torino al progetto di fusione per incorporazione di Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno. Il rapporto di concambio è stato fissato in 1 azione Clt (Centrale Latte Torino) per 6,1965 azioni Clf (Centrale Latte Firenze). L’assemblea straordinaria di Centrale del Latte di Torino per l’approvazione del progetto di fusione sarà convocata, spiega una nota, dopo «l’approvazione del progetto di fusione da parte degli organi decisionali di tanti soci di Clf che rappresentino, nel complesso, almeno l’80% del capitale sociale».
Ecco la Centrale del Latte d’Italia «La fusione – spiega la nota dell’azienda – si inserisce nella più ampia strategia di crescita per linee esterne delle due società ed è finalizzata a creare un polo interregionale specializzato nella produzione e nella commercializzazione di prodotti lattiero-caseari che aggreghi realtà e marchi a livello locale e darà vita al terzo polo lattiero-caseario in Italia con una posizione di leadership nelle regioni Piemonte, Toscana, Liguria e Veneto». Per soddisfare il rapporto di cambio in conseguenza della fusione, Clt aumenterà il proprio capitale sociale da 20.600.000 euro a 28.840.041,20euro con l’emissione di 4.000.020 nuove azioni ordinarie Clt aventi le medesime caratteristiche di quelle in circolazione. Conclusa la fusione Clt cambierà denominazione in “Centrale del Latte d’Italia” e rimarrà quotata al segmento Star.
Terzo colosso nazionale del latte Da segnalare che con questo atto dal 43% di quote azionarie possedute nella Mukki, il Comune di Firenze passerà al 13% della Centrale del latte d’Italia, che controllerà il 100% della ex Mukki e della nuova Centrale del latte della Toscana, che continuerà ad avere la sede legale a Firenze ed un proprio Cda. La centrale d’Italia sarà il terzo colosso nazionale del latte, dopo Parmalat e Granarolo : «Il primo invece nel settore del latte fresco in quattro regioni. Ovvero Toscana, Piemonte, Liguria e Veneto», tiene a sottolineare il presidente Marchionni. Ricordando che la holding Centrale del latte d’Italia, oltre a Torino e Firenze, comprende anche il latte Tigullio e la centrale di Vicenza.
«Da fusione nessun rischio per i lavoratori» Il processo di fusione e quotazione comporterà qualche rischio per i 170 dipendenti di Mukki? «Assolutamente no, nessuno dei dipendenti corre rischi» ha assicurato Marchionni. Sfoderando ancora una volta le cifre dell’operazione. Con i suoi 85 milioni di fatturato, gli attuali soci Mukki avranno il 30% della Centrale d’Italia. Quelli di Torino, che fa 100 milioni con la Spa Tigullio e Vicenza, circa il 40. Il resto sarà flottante. Resta però il rebus Pistoia. Appena nove giorni fa, il consiglio pistoiese è tornato alla carica con la vendita del suo 18,5% di Mukki. Ma se la fusione è in calendario per giugno anche i tempi di un eventuale bando di vendita sono ormai stretti: «Dopo la quotazione potranno vendere le quote direttamente sul mercato», è la prima reazione di Mukki. Che dopo il sì del Cda di mercoledì, punta ad incassare rapidamente l’ok di tutti i Comuni soci.