Nel corso della manifestazione “Il colore dei libri” a Bagno Vignoni, sabato scorso, ho avuto un incontro pubblico con due sindaci: Valeria Agnelli di San Quirico d’Orcia e Claudio Galletti di Castiglione d’Orcia.
L’impressione finale, credo non soltanto mia, è stata che fossimo troppo d’accordo.
Troppo, perché avendo scritto un libro che ha come sottotitolo “il turismo che cresce nonostante la politica”, mi aspettavo da parte loro, entrambi del Pd, una difesa di partito nei confronti della Regione Toscana. Ed invece, la dura realtà del governo quotidiano dei territori, anche quello sempre più bello della Valdorcia, costringe ad andare oltre la difesa di ufficio ed essere invece sinceri e responsabili nel raccontare le cose.
Valeria Agnelli, ad esempio, non ha esitato a dire che come Comune di San Quirico, «vorremmo fare politiche di sostegno al settore turistico, ma non abbiamo le risorse, le competenze, non sappiamo bene quello che dobbiamo fare. In questo senso l’Apt provinciale era un aiuto, un sostegno, che non abbiamo più e che vorremmo trovare anche a livello regionale». Mentre per Claudio Galletti «la Regione ha fino ad oggi abdicato al proprio ruolo per la promozione turistica e spero davvero che nella nuova legge regionale non si diano ai Comuni compiti che non sono in grado di svolgere, oggettivamente. Spero anzi che la nuova amministrazione regionale sappia dare impulso ad una promozione turistica che produca risultati su tutti i territori».
Insomma, visto dalla parte dei piccoli Comuni, il turismo risulta un fenomeno troppo grande e troppo complesso per poter essere gestito e non subìto, che poi è il grosso problema che abbiamo in Italia e che anche di fronte ai dati positivi di questi mesi, torna immediatamente alla ribalta.
Eppure proprio la Valdorcia non può pensare di rimanere una meta turistica di successo solo perché è così bella. Anzi, proprio perché è la Valdorcia – patrimonio mondiale dell’Unesco, terra fra le più fotografate e desiderate a livello mondiale, con i suoi cipressini che raccolgono “mi piace” e “like” a centinaia di migliaia – potrebbe essere il luogo su cui sperimentare con successo nuovi modelli di gestione del turismo, legati a politiche di accoglienza di qualità, alla valorizzazione dell’offerta permanente o dando maggiore forza a manifestazioni, come il Festival della Valdorcia, che resiste da vent’anni e che adesso potrebbe fare il definitivo salto di qualità, se riuscisse ad intercettare, su un unico progetto comune, anche interessi di immagine e commerciali delle principali aziende del territorio.
Andando al di là del semplice cartellone di spettacoli.