FIRENZE – La Toscana ha recuperato il terreno perso durante il Covid sotto il profilo turistico nel 2023. E i primi cinque mesi dell’anno in corso, si annunciano più che positivi.

I pernottamenti aumentano nel complesso dell’8,8% sul 2022, sfondando il tetto dei 52 milioni di presenze. Un risultato dovuto esclusivamente alla dinamica della componente straniera (+17,6%), mentre ristagna il mercato nazionale (-0,3%). A fare da traino sono i flussi internazionali sia nel 2023 (+17,6% sul 2022, +3,5% sul 2019) sia nei primi mesi del 2024, che già registrano un +12,6% rispetto all’anno scorso. Da inizio anno protagonista principale della ripresa è la componente extra-europea non nord-americana (+25,4%), ma buoni segnali arrivano sia dalla stessa componente nord-americana (+7,4%) sia da quella del “vecchio continente” (+10,4%). Mentre rispetto al 2019, sono proprio queste ultime a caratterizzare la crescita, rispettivamente con un +20,2% e +31,5%.

Sul fronte delle strutture ricettive, nel 2023 aumentano in particolare le presenze in quelle extra-alberghiere. Solo gli alberghi a 4 e 5 stelle realizzano nel 2023 aumenti cospicui di presenze (rispettivamente + 14,8% e + 12,5% sul 2022). A crescere di più sono le nuove tipologie ricettive come le locazioni turistiche imprenditoriali (+29,1%) e non imprenditoriali (+23,1%), gli ostelli (+27,7%), i B&B imprenditoriali (+22,3%) e non imprenditoriali (+12,2%), gli alberghi diffusi (+42,1%). Bene fanno anche le strutture legate al turismo slow e all’aria aperta. Gli agriturismo realizzano nel 2023 un +3% sul 2022 che li porta a superare del +17% (+750 mila) le presenze del 2019, mentre i villaggi turistici crescono molto poco sul 2022 (+1,5% nel 2023) ma registrano ormai anch’essi un +17,2%.

Il 2023 segna inoltre la chiusura del gap sul 2019 rispetto al mercato del lavoro turistico, che diventa anche meno precario. Il peso dei contratti strutturati passa dal 56% del triennio precedente il Covid-19 al 73% nel quadriennio 2020- 23, in particolare tra gli under 30 anni. La dinamica degli addetti conferma come il comparto turistico abbia rappresentato, anche negli anni del Covid 2019-2023, un fattore di allargamento dell’occupazione in Toscana con quasi 13 mila addetti in più creati, pari a circa l’11% del totale dei settori produttivi.

Le difficoltà nell’anno in corso riguardano i flussi interni e quelli esteri più lontani dal punto di vista geo-politico e culturale. Nel primo caso l’aumento del costo della vita e dell’inflazione provocano una debolezza strutturale della domanda domestica (sul 2019, -14,5% gli italiani non toscani e -11,3% i toscani). Anche rispetto al 2023, il calo è importante: -8,9% di italiani dalle altre regioni e -12,8% dei toscani. Nel secondo caso i flussi dall’Asia fanno fatica a recuperare i livelli prepandemici, registrando un -20,3%.

“Il turismo è uno dei motori dell’economia toscana, che rappresenta quella fonte di attrazione che rende la regione conosciuta, desiderata e apprezzata nel mondo. Guai a frenarlo”, ha detto il presidente Eugenio Giani, sottolineando il rapporto di Irpet. Riguardo al dibattito sull’overtourism, il governatore lancia un messaggio chiaro: “Piuttosto che parlare di numeri chiusi e meccanismi che limitano i flussi, occorrono invece azioni che indirizzano verso altre zone e la logica degli ambiti va in questa direzione”.

 

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