strage_viareggio_n.jpgIl 29 giugno 2009 il vagone di un treno merci che trasportava Gpl esplodeva innescando l’incendio che, a Viareggio, ha portato via la vita a 32 persone. Nel settimo anniversario, «la Regione Toscana chiede a Governo e Parlamento di intervenire per evitare che due reati, quello di incendio e di lesioni colpose, nel processo per la strage di Viareggio cadano in prescrizione. Lo facciamo perché siamo consapevoli che è necessario dare una risposta in termini di verità e di giustizia alle famiglie delle 32 vittime che sono state così duramente colpite dalla strage che si è verificata sette anni fa». È stata questa la richiesta che il presidente della Regione, Enrico Rossi, rilanciata da Bruxelles dove si trovava per impegni istituzionali.

Giustizia per Viareggio «La nostra volontà di vicinanza ai familiari – precisa Rossi – e insieme di ricerca della verità la esprimiamo non soltanto a parole ma nei fatti. Ci siamo da subito costituiti in giudizio come parte offesa e recentemente abbiamo rifiutato l’ipotesi di conciliazione che ci è stata avanzata dai legali di RFI, sulla cui base la Regione avrebbe ricevuto un risarcimento danni da 1,4 milioni di euro. L’abbiamo rifiutata perché vogliamo stare nel processo con tutte le nostre prerogative e fino in fondo. Fino all’accertamento della verità su questa tragedia che ha sconvolto Viareggio, la Toscana e tutta l’Italia».  

Una commissione parlamentare sulla strage di Viareggio «Nelle prossime ore depositerò una proposta di legge per richiedere l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage ferroviaria di Viareggio che, esattamente 7 anni fa, costò la vita a 32 persone e le cui dinamiche e responsabilità, da allora, non sono state ancora pienamente accertate – ha affermato la deputata toscana Deborah Bergamini, responsabile Comunicazione di Forza Italia -. Da quel lontano 29 giugno del 2009 i parenti delle vittime e tutta la cittadinanza sono ancora in attesa di ottenere verità e giustizia. Non solo, infatti, ancora non si è arrivati a chiarire i fatti, ma per alcuni capi di imputazione addirittura, ormai, sta arrivando la prescrizione. La giustizia è competenza della Magistratura, ma il Parlamento, attraverso una commissione di inchiesta, può accertare la verità, che rappresenta un diritto inalienabile per tutte le famiglie delle vittime». Nel processo, ancora lontano dalla conclusione, fra i 33 imputati figurano tutti i precedenti vertici di Ferrovie dello Stato, fra cui l’ex ad del gruppo Mauro Moretti, nominato cavaliere dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: una nomina della quale i familiari delle vittime chiedono da anni la revoca. Lo stesso Gruppo Ferrovie è una delle nove società imputate nel processo per incendio colposo, lesioni colpose, disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. Anche due parlamentari del Movimento cinque Stelle hanno denunciato alcuni rischi legati alla strage di Viareggio. «Sette anni fa 32 persone morivano e altre rimanevano gravemente ustionate nell’incendio alla stazione di Viareggio provocato dal deragliamento di un treno carico di Gpl. Chiediamo che venga revocato il titolo di ‘Cavaliere del lavoro’ a Mauro Moretti, all’epoca ad di Ferrovie dello Stato: su questo abbiamo già presentato una mozione in Senato, ci aspettiamo che la politica comprenda la necessità di dare un segnale di rispetto per il dolore dei familiari delle vittime».