Ha vinto la programmazione. La serietà. L’atleticità. Il rigore.
Quindi, da oggi tutti dovremmo tendere a quello: ad essere programmatori,seri, atletici e rigorosi. E ci serva da lezione! In attesa che poi vinca qualcun altro con altre caratteristiche, e allora cambieremo scuola per andare a lezione anche di quelle.
Successe a Francia 98 (ah, l’integrazione tra bianchi e neri. Ecco il segreto). Poi vinse il Brasile di Ronaldo (alleviamo fuoriclasse, e il gioco è fatto), poi toccò alla Spagna (a lezione di tecnica e tikitaka) e adesso alla Germania (programmazione e rigore).
In mezzo, abbiamo vinciucchiato anche noi. Nel 2006. Difesa e contropiede, come sempre è successo quando abbiamo vinto qualcosa.
Ma noi l’esempio non lo diamo mai, e qualche volta verniciamo l’erba del vicino pur di vederla più verde. Eppure Joachim Low, secondo me, si è guardato e riguardato i nostri dvd del 2006 e ci ha costruito la sua squadra: all’Olanda non è parso vero di schierarsi a cinque in difesa (solo che se lo fa Conte è un difensivista e se lo fa Van Gaal è uno scienziato). Sabella ha chiuso l’Argentina a doppia mandata come un Trapattoni qualsiasi…. E vi ho citato primo secondo e terzo del Mondiale 2014, ma potrei continuare.
Si vince con gli uomini, ecco il punto.
Che per uomini non si intende solo gente che sa giocare a pallone. Ma anche gente che asseconda il suo talento con il cuore, la personalità, la classe, la grinta, la tenuta atletica e tante altre cose.
Poi imiteremo i tedeschi e faremo anche questa benedetta “programmazione”.
Sapendo in partenza che per farla saltare basterà un banale infortunio a Di Maria, un rigore non concesso, un’espulsione ingiusta o un fuorigioco non visto.
Nel frattempo, ricominciamo dagli uomini.