Il Ministero dell’Economia, per almeno 6 mesi, entra a far parte dei soci di Banca Mps. Dopo l’aumento di capitale da 3 miliardi, il Mef avrà il 4% del Monte. Una quota dovuta dalla banca per gli interessi sui Monti Bond che, secondo quanto comunicato da Rocca Salimbeni al termine del Cda di ieri, il Ministero «si è impegnato a tenere per almeno 6 mesi». Una decisione assunta per ridurre, «per un ragionevole periodo di tempo, le potenziali conseguenze negative sul titolo legate al possibile effetto di eccesso di offerta sul mercato», spiega ancora la banca.
Il Cda di Rocca Salimbeni Il consiglio di amministrazione del Monte ha inoltre confermato l’aumento di capitale da 3 miliardi che verrà deliberato all’assemblea ordinaria-straordinaria convocata per il 14 aprile. Il Cda ha determinato il numero di azioni «da assegnare al Mef, quale corrispettivo per il pagamento degli interessi maturati (243 milioni di euro) per i Monti Bond, come previsto dal contratto. Al ministero andranno circa 449 milioni di azioni ordinarie di nuova emissione della Banca che verrà rettificato il primo luglio dopo le previste operazioni di raggruppamento: dovrebbe essere una nuova azione ogni 20 esistenti e aumento di capitale».
Mps verso l’assemblea dei soci Dall’assembla di aprile, il 15 e il 16 sono le date per le eventuali seconda e terza convocazione, dovranno anche uscire i nuovi vertici del Monte. Il presidente della Fondazione Mps, Marcello Clarich, che controlla il 2,5% della banca (ma il 9% con il patto stretto con i fondi Btg Pactual e Fintech) ha prima ribadito la sua fiducia in Alessandro Profumo e Fabrizio Viola e, dopo l’incontro con i rappresentanti dei due fondi arrivati a palazzo Sansedoni dopo il cda (Christian Whamond cooptato al posto di David Manuel Martinez, numero uno di Fintech, e Roberto Isolani di Btg), ai giornalisti ha detto che quando uscirà la lista «avrete delle belle sorprese». Come interpretare allora questa esternazione di Clarich? Di certo all’incontro c’erano anche i “cacciatori di teste” chiamati dai pattisti proprio per preparare la lista per il cda e il Credito Fondiario (advisor dell’ente). Se i tre sottoscriveranno la ricapitalizzazione a loro spetterà l’indicazione del presidente e dell’ad. Così Profumo e Viola potrebbero andare verso la riconferma.
Fondazione verso l’aumento di capitale di Mps In avvicinamento all’aumento di capitale, la stessa Fondazione dovrà valutare, «con responsabilità», se aderire o no all’aumento ben sapendo, come ha ricordato Clarich che «più si scende, meno si conta» e contando meno sarebbe più difficile mantenere il legame con il territorio senese come impone all’ente lo statuto. Una fondazione che, comunque, dovrà sempre più pensare ai nuovi compiti e che oggi ha approvato il profilo di rischio e rendimento affidando l’incarico per la gestione della liquidità a Quaestio, la stessa società che gestisce la liquidità di Cariplo. Al momento resta fuori proprio il capitale investito nel Monte ma la cosa potrebbe cambiare dopo l’aumento.