Non c’è luce in fondo al tunnel per i dipendenti di Floramiata e le loro speranze rischiano di appassire entro l’estate. Dal fallimento di ottobre scorso due aste sono andate deserte e una terza è in cantiere per ottobre ma, nonostante le agevolazioni messe in campo dalla Regione Toscana, nessun imprenditore bussa alle porte. Neanche lo sforzo lodevole dei lavoratori che hanno firmato l’accordo per la riduzione dell’orario di impiego (4,5 ore giornaliere ndr) e soprattutto di stipendio. E pensare che Floramiata, per la tipologia aziendale, non può permettersi di chiudere per 24 ore. Il curatore fallimentare intanto tenta nell’impresa che ogni giorno che passa sembra sempre più impossibile di garantire un futuro all’azienda, ai dipendenti e allle loro famiglie. Ma senza un nuovo imprenditore pronto a investire capitale ogni sforzo sarà vano.

floramiataLa visita Nei giorni scorsi il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi si è recato nell’azienda vivaistica di Piancastagnaio per garantire il sostegno alla battaglia dei lavoratori. «Ho ritenuto fosse mio dovere esprimere la mia vicinanza ai lavoratori – ha detto Rossi – che hanno accettato, con responsabilità, di passare al part time pur di salvaguardare l’attività produttiva dell’azienda, per tenerla in vita in attesa che si profili un nuovo imprenditore. Questa resta infatti l’ipotesi principale, un passaggio essenziale alla quale anche la Regione punta, per salvaguardare produzione e occupazione». Il presidente ha ricordato a questo proposito che la Regione, a fronte di un serio piano industriale, è disponibile a mettere in campo un pacchetto di incentivi, finanziati sia con fondi comunitari che nazionali e regionali. Il presidente Rossi ha apprezzato lo sforzo dei lavoratori e del commissario liquidatore assicurando che «anche la Regione farà la sua parte con il pacchetto di interventi che, ci auguriamo, agevoli l’ingresso di un imprenditore in grado di avviare il rilancio di questa importante impresa».

Onore ai dipendenti «Sono qui tra voi in una giornata triste, quella in cui avete firmato l’accordo interno per la riduzione dell’orario di lavoro e di conseguenza del vostro stipendio e tutto ciò che ne consegue. Tutto questo vi fa onore e dimostra l’attaccamento non solo al posto di lavoro, ma all’azienda. Il vostro è un gesto importante, che mantiene in vita lo stabilimento con l’intento di conservare i clienti, senza i quali, sarebbe la chiusura».

Il Psi suggerisce la soluzione Spa Oggi il Psi provinciale di Siena ha approvato un documento sul tema dove evidenzia: «Non possiamo nemmeno tacere sulla profonda delusione patita per il ruolo svolto dall’Amministrazione Regionale, che definirla notarile sembrerebbe indicare un terremoto di 9° grado. Noi crediamo che sia venuto il momento di mostrare le capacità amministrative della Regione svolgendo un ruolo molto più attivo, sia nella ricerca di investitori che nella gestione del futuro. Pensare di affidare la sorte di centinaia di famiglie a piccoli avventurieri, che pendono dall’erogazione di aiuti pubblici, non è una posizione sostenibile per una delle più importanti regioni italiane». «La promessa del governatore di “aiuti” a fondo perduto, può attirare dei piccoli speculatori, ma non sembra sufficiente a “mettere in sicurezza” il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie» sottolineano ancora i socialisti he poi suggeriscono la soluzione: «pensiamo che le istituzioni debbono favorire la costituzione di una spa aperta a tutti i lavoratori e dirigenti, i quali potrebbero mettere il loro capitale rinunciando a parte dei loro salari, come sta succedendo ora con il nuovo accordo. Mentre la regione, o chi per lei, dovrebbe garantire finanziamenti e linee di credito per la gestione aziendale».

Sul tavolo del Governo E’ intanto anche di oggi la risposta del Governo, tramite il Sottosegretario Ivan Scalfarotto, a un’interrogazione presentata nei mesi scorsi da Luigi Dallai, deputato del Partito democratico. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha espresso l’impegno dell’esecutivo a promuovere una strategia di rilancio dell’azienda da concertare con tutti i soggetti coinvolti, ribadendo la disponibilità ad attivarsi per eventuali tavoli di trattativa. Un impegno finalizzato a sostenere la continuità produttiva fino a ottobre, quando sarà pubblicato il terzo bando d’asta, alla ricerca di un imprenditore che voglia investire sull’impresa amiatina.