Il tempo e la ricerca dell’uomo della sua misurazione nel corso dei secoli è il tema della mostra ‘Tempo reale e tempo della realtà” visitabile fino al prossimo 8 gennaio 2017, a Palazzo Pitti a Firenze.
L’esposizione La mostra, che racconta la storia degli orologi dal XVII al XIX, è nata dal desiderio di richiamare per la prima volta l’attenzione del pubblico sull’importante collezione di orologi conservata nei prestigiosi ambienti di Palazzo Pitti, attraverso una significativa scelta i tali oggetti d’arte, circa una settantina, selezionati da un patrimonio totale di oltre 200 esemplari, la maggior parte storicamente legati al Palazzo, oppure acquisiti in seguito a donazioni per le collezioni museali, selezionati in base alla forma e destinazione d’uso ed ambientati in una suggestiva scenografia di arredi e dipinti coevi. La monumentale figura marmorea di Kronos di Gherardo Silvani accoglierà per l’occasione i visitatori nel cortile di Palazzo Pitti per indicare il percorso espositivo, allestito in alcune sale dell’Appartamento delle Duchessa d’Aosta, alla scoperta delle molteplici forme che il tempo assunse nelle varie epoche in cui la Reggia fiorentina fu residenza di tre diverse dinastie medicea, lorenese e sabauda. «Apprezzati anche a Firenze non solo come oggetti d’arte, spesso di lusso e pregio inaudito, ma anche per il fatto di essere automi meravigliosi, come si sa dalle fonti fin dai tempi di Lorenzo il Magnifico, gli orologi delle collezioni medicee e lorenesi ci restituiscono l’immagine di una corte dove le competenze meccaniche e tecniche erano ammirate non meno delle doti creative degli orafi che inserivano i meccanismi entro complesse decorazioni molto spesso popolate di allegorie sul tempo e – sottolinea il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – dove addirittura si stipendiava un orologiaio per mantenere in ordine i delicati meccanismi di questi oggetti preziosi».
L’importanza di dare al tempo una materializzazione simbolica L’arte orologiaia affascinava i nobili abitanti della reggia di Palazzo Pitti, che si servirono dei migliori maestri attivi in Italia, e non solo, invitandoli spesso presso la propria corte per la creazione di importanti pendole. Esempio di questo particolare rapporto è un orologio da mensola realizzato dall’inglese Ignazio Hugford nei primi del Settecento per Cosimo III. Inseriti in un suggestivo e spettacolare allestimento, i segnatempo in mostra documentano stili di epoche diverse ed i gusti di coloro che si successero sul trono del Granducato di Toscana: dalla sobria eleganza della religieuse decorata con lo stemma mediceo e con la mostra sorretta dalla figura alata e barbuta, allegoria del tempo, all’orologio raffigurante una maestosa Aurora, ogni pezzo della mostra mostra quanto fosse importante dare al tempo una materializzazione simbolico. I segnatempo presenti sono affiancati a dipinti in cui, fra i ricchi fondali scenografici, è possibile ammirare orologi simili a quelli in mostra, permettendo al visitatore così di immaginare come dovevano apparire inseriti nel loro contesto originario. E’ questo il capo del grande ‘Ritratto di Maria Luisa di Parma’ di Laurent Pecheux, in cui appare una mostra d’orologio in tutto simile allo strumento che qui si espone, ma sostenuto da un rinoceronte anziche’ da un elefante; o ancora si potrà osservare opere concettualmente significative come per il capolavoro ‘Le tre età dell’uomo’ di Giorgione, in cui l’idea del trascorrere del tempo viene affidata ad una enigmatica lezione di canto, testimoniando una volta di piu’ lo stretto rapporto del passaggio del tempo con la musica. La mostra a cura, come il catalogo edito da Sillabe, di Enrico Colle e Simonella Condemi, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Musei.