Leghisti toscani rivendicano il loro “Orgoglio padano”. Erano una cinquantina, infatti, i militanti che hanno partecipato martedì scorso alla serata delle scope di Varese, quella delle pulizie. Tra di loro, oltre all’onorevole Gianni Fava e all’eurodeputato Claudio Morganti, c’erano la candidata a sindaco di Pistoia, Daniela Simionato, il candidato a sindaco di Bientina, Giulio Cesare Susini, il responsabile enti locali della Lega Nord Toscana, Manuel Vescovi, il commissario provinciale di Livorno, Manfredi Potenti, il commissario provinciale di Arezzo e leader del Movimento Giovani Toscani, Francesco Acciai, il commissario provinciale di Massa Carrara, Emanuele Canepa, e il commissario provinciale di Grosseto, Andrea Barabotti.
«Cori contro la salentina» Anche i leghisti toscani hanno così richiesto, si legge in un comunicato del partito «a gran voce, pulizia nel Movimento da quelle che vengono considerate “mele marce”. Tanti i cori contro la salentina vicepresidente del Senato Rosy Mauro e contro l’ormai ex consigliere regionale lombardo Renzo Bossi. Ma anche tanti slogan a favore di Umberto Bossi e di Roberto Maroni “per una Lega unita e vincente”.
In Toscana il sindacato padano «La Lega – spiega il consigliere regionale e commissario provinciale fiorentino, Gian Luca Lazzeri – non morirà mai. Vedere 5.000 militanti assiepati alla Fiera di Bergamo, di cui circa 50 provenienti dalla Toscana, in un giorno lavorativo mi ha dato la certezza che il nostro Movimento, nonostante gli attacchi dei poteri forti, non morirà mai». Cosa serve alla Lega per rilanciarsi anche sul territorio toscano? «Serve – prosegue Lazzeri – la pulizia dalle mele marce chiesta a gran voce da tutti i militanti, della cui richiesta si è fatto portavoce Roberto Maroni. La Toscana ha attraversato dei momenti bui, ma sono questi i momenti della selezione di una classe dirigenti che ormai in Toscana esiste. Bisogna tornare a parlare con la gente e con i lavoratori. Bisogna portare anche qui da noi il Sindacato Padano».
Il commento di agenziaimpress.it La politica è una straordinaria fabbrica di sogni. Si compone di suggestioni e speranze di cambiamento per il futuro di ognuno e di intere comunità. Nel Novecento ha convinto milioni di persone con sogni internazionalisti, nazionalisti, pacifisti o guerrafondai, con illusioni di purezza di razze, soli dell’avvenir e tanto altro. È il motore psicologico che muove ancora, o dovrebbe muovere, il mondo.
Svegliarsi di colpo da un sogno fa, dunque, senz’altro un brutto effetto. Soprattutto se si è “barbari sognanti”. E scoprire che tutte le certezze granitiche su cui si reggeva il sogno svaniscono nelle cose di mondo degli uomini può avere effetti devastanti, così come che Roma ladrona non è poi così lontana dalla Padania. Colpisce così che ancora oggi, giovedì 14 aprile, i leghisti toscani parlino di “Orgoglio padano” così come di «cori contro la salentina Mauro». Come se ricordare le origine salentine della Mauro fosse prova di colpevolezza.
Oggi Vittorio Feltri su Il Giornale, uno che da sempre ha seguito le vicende della Lega, chiede ai leghisti «non bruciate la Rosi solo perché è terrona». Ma i leghisti toscani probabilmente non leggono né Feltri né Il Giornale. Il sospetto viene perché proprio nelle sue pagine interne è pubblicato oggi un dossier dal titolo “The Family” in cui sono pubblicate alcune fatture pagate con i soldi del partito (e quindi di tutti i contribuenti italiani, compresi noi toscani!, perché appartengono ai famosi rimborsi elettorali) in favore della famiglia Bossi, non solo di Renzo “il Trota”, ma anche di Umberto “il leader”. Le tasse del “capo” pagate dal teroriere Belsito, le spese mediche e i restauri della villa di Gemonio. E non sono chiacchiere, ma foto con documenti, fatture e bonifici. Ma non leggono neanche il Corriere fiorentino che sempre questa mattina pubblicava un’intervista all’ex sindaco revisore del loro partito, Alessandro Pucci, che denuncia : «conti irregolari anche in Toscana». Pucci, sindaco revisore del carroccio toscano dal 2008 al marzo 2011, fa sapere al giornalista di non avere mai preso visione di bilanci in oltre due anni nonostante ripetute richieste, anche formali, fatte ai vertici toscani della Lega e a quelli federali.
Forse anche i leghisti toscani prima di dire di aver fatto pulizia non farebbero meglio a guardare bene sotto al tappeto? Perché pare ci sia ancora molto da pulire. Anche a Bossi, come all’ex ministro Scajola per la casa, il dentista veniva pagato «a sua insaputa»? Anche a lui venivano pagate le tasse «a sua insaputa»? Eppure l’Umberto non è terrone come la Rosi. Come la mettiamo?
È brutto svegliarsi da un sogno. Ma è bene farlo prima che diventi incubo. Per tutti e non solo per barbari sognanti.