Niente neve, nessuno sci ai piedi e il sistema della montagna toscana va in ginocchio. È questo il bilancio estremamente negativo tracciato dal presidente di Uncem Toscana, Oreste Giurlani, che registra un netto calo delle presenze sulle vette toscane in questo primo scorcio di stagione sciistica: -80%.
Le parole di Giurlani «Il settore è a rischio per l'assenza cronica di fiocchi, l'afflusso nelle località di montagna è stato molto inferiore rispetto alle previsioni, impianti e indotto hanno subito un colpo durissimo – afferma il presidente di Uncem Toscana –. Per le imprese e per le strutture ricettive toscane adesso si presenta una sola prospettiva: mandare a casa la gente». Drammatico il punto della situazione fatto da Giurlani per descrivere una crisi grave e diffusa che tocca la Garfagnana, la Montagna pistoiese e il Monte Amiata, maglia nera del sistema montuoso regionale. Complessivamente, tra impiantistica e indotto, il sistema sciistico toscano impiega circa 1300 addetti. Per far fronte al rischio di tracollo, «bisogna subito accelerare gli investimenti per l'innevamento programmato – è stata questa la proposta di Giurlani – e in un incontro con la Regione Toscana (che avremo in settimana), chiederemo che l'ente agisca subito con gli interventi tipici dei casi di crisi industriali e aziendali, per pompare un po' di liquidità nel sistema, che è in ginocchio».
All’Amiata «La flessione di afflusso turistico c’è stata, anche se forse è esagerato parlare di un calo dell’80% – commenta così la situazione Daniele Coppi, presidente del Consorzio Amiata Insieme -. Ovviamente il bilancio non può essere positivo, dato che abbiamo registrato solo circa 5 centimetri di precipitazioni nevose. Con la neve artificiale ci siamo, almeno parzialmente salvati, dato che comunque è servita per organizzare due campi scuola nella parte alta della montagna». L’augurio adesso all’Amiata è che si possa procedere con gli investimenti, attraverso finanziamenti pubblici (si guarda sempre, ovviamente, alla Regione Toscana) e privati. «Ci deve aiutare il cielo, ma ci dobbiamo aiutare anche tra noi – conclude Coppi -. Se di fronte ad uno stato di crisi, non si ricorre alla neve artificiale, allora le prospettive saranno catastrofiche. Impianti brevi, strutture per portare acqua nei depositi montani e la creazione di laghetti artificiali (da riutilizzare per la pesca sportiva d’estate) devono essere gli obiettivi per poter sperare dallo stato in cui versa il comparto sciistico».