«Un progetto pilota che rappresenta un importante aiuto da parte delle istituzioni al settore della zootecnia che nel nostro territorio è profondamente strategico e motore dell’economia locale ma che, ormai da tempo, combatte con numerose difficoltà». Con queste parole il sindaco di Asciano Roberto Pianigiani commenta il progetto di selezione degli ovini per la resistenza genetica alla scrapie finanziato dal Ministero della Salute e presentato nei giorni scorsi nel capoluogo delle Crete. Un progetto, frutto della collaborazione scientifica dell’istituto Zooprofilattico sperimentale delle regioni Lazio e Toscana, con il Ministero della salute e la Regione Toscana, che garantirebbe la sopravvivenza dei greggi ovini consentendo all’allevatore di andare progressivamente a sostituire gli animali potenzialmente aggredibili da questa malattia del sistema nervoso che porta alla morte dell’ovino con capi geneticamente inattaccabili e quindi capaci di garantire la salute e la sicurezza degli animali.
«Le difficoltà dell’economia generale che si sono abbattute in maniera pesante sulle piccole imprese come sono prevalentemente le aziende degli allevatori – prosegue Pianigiani -, unite alle complessità intrinseche nella vita aziendale del settore dell’allevamento, rendono indubbiamente poco redditizio il settore. Se a questo si unisce il danno dovuto alla diffusione di malattie che distruggono interi greggi la situazione rischia di diventare insostenibile. Da queste valutazioni si comprende l’importanza del progetto di selezione degli ovini. Il territorio della provincia di Siena ha una importante presenza di allevamenti e la sola Asciano ha 63 aziende con allevamenti ovini o caprini, per un numero complessivo di quasi 20.000 capi di bestiame. E’ necessario favorire la semplificazione amministrativa che oggi assorbe troppo tempo e incide sui costi come variabile determinante nella vita aziendale, ma è da sottolineare soprattutto che è necessario tornare a crescere. Molto del lavoro l’Italia lo deve svolgere dove veramente si decide il destino e il futuro dell’agricoltura e cioè in Europa. La riforma della Politica agricola comune è arrivata al momento essenziale, resta da garantire il mantenimento delle risorse per l’Italia. Ci sono questioni strategiche da definire, dalla necessità di disporre di nuovi strumenti assicurativi per tutelare i redditi, alla scelta di dirottare i contributi solo agli agricoltori professionali. Solo ottenendo risultati concreti su queste questioni – conclude il primo cittadino di Asciano – potremo riuscire a mantenere in vita tante aziende e soprattutto per noi, mantenere presidiato il territorio e in vita un settore economico che garantisce lavoro, produzione e tutela ambientale».
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