L'innovazione e la sperimentazione danno i loro frutti se coltivati in campo. E i vantaggi sono in primo luogo per le tasche degli agricoltori. La dimostrazione cresce nell'impianto superintensivo di olivi a Montaperti, nel senese, e nell'azienda agricola dove i proprietari Vagnoni e il Consorzio Agrario di Siena stanno portando avanti un progetto di ricerca dal 2008. Raccolta delle olive meccanizzata in un impianto superintensivo secondo un sistema produttivo importato dalla Spagna ma applicato alle cultivar autoctone e non solo. Si è conclusa la raccolta nell’azienda agricola dove viene coltivato un progetto di sperimentazione che possa incrementare la resa olivicola dell’impianto con un sostanziale taglio nel costo di produzione. Le olive sono già state portate e lavorate tramite frangitura a freddo nel vicino frantoio di Pianella dopo la raccolta effettuata con un macchinario specifico, la vendemmiatrice semovente Braud che nasce per la raccolta delle uve, ma che, con piccole modifiche, si presta perfettamente alla raccolta delle olive negli impianti superintensivi.
Il taglio dei costi Il risultato più eclatante della sperimentazione riguarda senza dubbio il risparmio nel costo di raccolta pari ad oltre l’80%. A fronte di una spesa media di 50 euro a carico del produttore per la raccolta di un quintale di olive in un impianto “classico”, nell’azienda agricola dove è stato portato avanti l’impianto superintensivo la spesa media per la raccolta è stata di circa 9 euro. «Un risultato che proietta questo metodo di coltivazione nel futuro dell’olivicoltura allo scopo di sostenere l’olivicoltura tradizionale che deve comunque essere rispettata – ha sottolineato Roberto Ceccuzzi, responsabile del servizio tecnico agrario Capsi – permettendo all’agricoltore una capacità reddituale ben più ampia dettata in primo luogo dal risparmio dei costi di produzione. Di fronte alle sempre maggiori criticità legate alle crisi economica, del mercato e del comparto agricolo in generale, la possibilità di un taglio dei costi produttivi rappresenta un’opportunità imprescindibile per l’agricoltore. I risultati ottenuti in tre anni, inoltre, dimostrano come la sperimentazione in campo e lo studio approfondito e specialistico nel settore agricolo – ha concluso Roberto Ceccuzzi – apportino sostanziali miglioramenti a beneficio di tutta la filiera».