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SIENA – C’è forse una partita che Enrico Marchi ha più a cuore rispetto a quella di Mps. L’integrazione della società aeroportuale Save, di cui è presidente, con il fondo F2i, partecipato da Cassa depositi e prestiti.

Se andasse in porto, nascerebbe un gruppo in grado di controllare 13 scali e muovere 80 milioni di passeggeri. L’imprenditore, per la riuscita del piano, conterebbe sulla vicinanza al mondo leghista, in particolare al ministro Giancarlo Giorgetti, oltre ai governatori del Nord est. Secondo La Stampa però non tutti vedrebbero di buon occhio il progetto, a partire dal segretario Matteo Salvini. Da qui intanto l’idea di “dare una mano” al Tesoro per liberarsi di parte della quota di Montepaschi. Attraverso una cordata italiana, e chiaramente vicino al centrodestra, soprattutto alla Lega, che potrebbe rilevare tra il 7,5 e l’11,5%, mettendo sul piatto della bilancio 500-700 milioni. Il presidente Nicola Maione avrebbe incontrato anche i vertici leghisti per capire di più sulle mosse del Mef.

Per il quotidiano piemontese Giorgetti, in ogni caso, avrebbe fatto intendere che Mps e Save non si giocano sullo stesso tavolo. Un altro 10% di Mps potrebbe essere rilevato da Unipol, puntando sulla costruzione di un sodalizio bancario-assicurativo. A questo proposito però è arrivata la frenata del presidente Carlo Cimbri. “Non c’è” alcuna interlocuzione ha ribattuto il presidente del gruppo emiliano.

Il tutto in attesa di capire se a questo giro la manovra finanziaria obbligherà le banche (compresa Mps) a versare un tributo per far quadrare i conti del governo.

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