Dallo scorso 23 aprile padre Gratien Alabi, il religioso congolese coinvolto nella scomparsa di Guerrina Piscaglia, è rinchiuso nel carcere di Arezzo con le accuse di omicidio volontario, occultamento e distruzione di cadavere. L’avvocato Luca Fanfani, difensore del religioso, depositerà in giornata il ricorso al Tribunale del Riesame di Firenze per la scarcerazione del suo assistito. «Tra le tante ipotesi, quella del Gip Piergiorgio Ponticelli è la meno compatibile con gli elementi emersi», dice Fanfani, puntando il dito su orario e luogo del delitto. Un delitto senza cadavere. Il Tribunale del Riesame di Firenze, una volta ricevute tutte le carte dalla Procura di Arezzo, dovrà fissare l’udienza entro dieci giorni dall’invio del fascicolo. Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip, Gratien Alabi sarebbe stato esasperato dal pressing morboso di Guerrina e, temendo un potenziale e dannoso scandalo, l’avrebbe uccisa il primo maggio di un anno fa, giorno della scomparsa,fra le 13.46 e le 14.34 in un boschetto lungo la Marecchiese. Avrebbe nascosto il cadavere e iniziato subito a depistare le indagini, per poi far sparire definitivamente il corpo.
Il ricorso Stando al ricorso presentato dall’avvocato Fanfani, non solo i tempi del delitto ricostruiti dalle indagini sarebbero troppo brevi, meno di un’ora per incontrare Guerrina, agire e provvedere all’occultamento del cadavere, ma, nel corso delle indagini, sarebbe mancata l’esplorazione di piste alternative alla responsabilità del frate. Secondo l’avvocato Fanfani, andrebbe ripresa in esame l’ipotesi dell’esistenza di zio Francesco, il personaggio col quale sarebbe scappata Guerrina secondo Gratien, che gli inquirenti ritengono inventato dal religioso per depistare le indagini. Anche il particolare dell’auto grigia su cui sarebbe salita Guerrina prima di scomparire, avrebbe potuto essere esaminato con maggiore attenzione. L’avvocato Fanfani ribadisce che l’accusa si basa solo su indizi e che manca una prova schiacciante: il corpo di Guerrina. Insieme a questo mancano ulteriori prove che giustifichino il provvedimento nei confronti del frate congolese. In attesa della data dell’udienza del Riesame, seguiamo l’evolversi delle indagini.
Le indagini proseguono La macchina investigativa non si arresta ed è pronta ad estendersi fino all’estero. È stata emessa una rogatoria internazionale per sentire la ginecologa camerunense alla quale si era rivolto Gratien Alabi per la questione, la stessa che avrebbe dovuto visitare Guerrina Piscaglia, che non si presentò mai all’appuntamento. È in programma una nuova audizione con incidente probatorio della rumena Cristina, la prostituta che sarebbe stata minacciata da Gratien («attenta che ti metto in lista»); minaccia sulla quale si basa, secondo gli inquirenti, il rischio di reiterazione del reato di omicidio da parte di padre Gratien. Proseguono le indagini al cimitero di San Gianni nei pressi di Sestino, per verificare l’eventuale scambio di salme: quella di Guerrina al posto dei resti dell’uomo, ancora da identificare, ritrovati nell’ossario.