Perchè il traghetto Moby Prince partito pochi istanti prima dal porto di Livorno andò a sbattere contro la motonave Agip Abruzzo? Quante persone delle 140 morte potevano essere salvate? Quali condizioni umane hanno determinato il disastro e quanto tempo si è perso dal giorni di quella strage fino ad oggi? Sono queste solo alcune domande che sono riecheggiate a Livorno durante le manifestazioni del 25esimo anniversario della più grande tragedia navale italiana avvenuta il 10 aprile 1991: il dramma della Moby Prince.
Commissione parlamentare per la Moby Prince Quesiti a cui proverà a rispondere una commissione parlamentare ad hoc che è stata istituita per dare in qualche maniera conforto soprattutto ai tanti familiari delle vittime che dal giorno della strage fino ad oggi hanno vissuto con dubbi, paure e soprattutto anche con la certezza di non aver avuto giustizia . «Vogliamo che quanto è avvenuto torni ad avere l’ambito di questione nazionale e non sono regionale e cittadina -ha spiegato Loris Rispoli del Comitato 140 che raduna parenti, amici e conoscenti delle vittime della tragedia del Moby Prince -. Siamo sicuri che si poteva e può fare ancora di piu’ per capire i motivi che hanno portato ad arrecare tanto dolore a noi che non ci possiamo ancora fare una ragione di quanto avvenuto perchè troppe sono le domande senza risposta».
Le commemorazioni labroniche La domenica a Livorno è trascorsa fra una silente manifestazione a cui hanno partecipato tante organizzazioni che radunano i familiari di altre stragi avvenute in Italia, come quelle derivanti dall’incendio alla stazione di Viareggio passando per il terremoto dell’Aquila, ma anche di una cerimonia in Consiglio comunale a Livorno dove a nome della regione ha preso la parola il presidente del Consiglio della Toscana, Eugenio Giani. «È compito nostro, come rappresentanti delle istituzioni, ricordare, rendere merito a chi ha perso la vita ma soprattutto impegnarci affinché vi sia verità e giustizia -ha raccontato durante il suo discorso proprio Eugenio Giani -. Non possiamo permetterci che il dolore di chi ha pianto un proprio familiare si prolunghi nel tempo nell’agone di chi vorrebbe che il proprio cuore almeno trovasse la pace di una certezza su come sono andati veramente i fatti. Sarebbe una vergogna italiana non percorrere fino in fondo ogni strada possibile per arrivare alla verità».
L’intervento del Presidente del Senato In serata, su Facebook, è arrivato il commento anche del presidente del Senato Pietro Grasso. «Venticinque anni fa il rogo della Moby Prince a largo delle coste di Livorno – ha sottolineato la seconda carica dello Stato – Da allora 140 famiglie si battono per sapere come andarono veramente le cose quella sera del 10 aprile 1991. Da qualche mese il Senato ha istituito una commissione d’inchiesta: mi auguro che il suo lavoro contribuisca a conoscere tutta la verità su quella terribile tragedia».