Un contrabbando di tessuti dalla Cina a Prato oggetto di un’indagine da parte della Guardia di Finanza che ha effettuato numerose perquisizioni e sequestrato circa 830mila euro in contanti, 430mila euro in assegni e 2.700 rotoli di stoffe. Acquisita documentazione contabile ed extracontabile che sarà analizzata successivamente. L’indagine, diretta dal sostituto procuratore Antonio Sangermano e coordinata dal procuratore di Prato, Giuseppe Nicolosi, trae spunto da una verifica fiscale eseguita nei confronti di una società di Montemurlo, durante la quale sono stati rilevati sospetti acquisti di rotoli di tessuto e filati dalla Cina.
Il blitz della GdF La merce, stipata all’interno di numerosi containers, veniva venduta dalla società prima ancora di giungere nel territorio comunitario a una seconda società, anch’essa di Montemurlo, e con sede nella stessa struttura industriale. Le cessioni, secondo i finanzieri, venivano fatturate senza applicare l’Iva. Il controllo incrociato nella seconda società, in particolare su 40 operazioni commercialmente più significative, ha portato alla luce false fatture riportanti un valore della merce complessivamente inferiore, in modo da ridurre l’importo dei diritti di confine da versare all’erario. A finire sul registro degli indagati un citadino libanese che, secondo i finanzieri, ha replicato lo stesso meccanismo fraudolento anche in altre regioni d’Italia.