Un’arena da mille posti a sedere per teatro e lirica al posto di quella che fu l’ora d’aria per i detenuti, un percorso panoramico per i visitatori da cui ammirare lo skyline di San Gimignano al posto del camminamento di ronda, nuovi spazi pubblici per la collettività, una struttura ricettiva esperienziale con camere ricavate nelle ex celle del convento.
E poi ancora un’area convegni e spazi per ospitare botteghe artigianali locali, associazioni, agribar e gallerie multimediali. E’ il futuro dell’ex carcere ed ex convento di San Domenico nella celebre città delle torri secondo il progetto di restauro e valorizzazione della vasta area, circa 7mila metri quadri nel cuore del centro storico, di proprietà del Comune di San Gimignano e della Regione Toscana.
Contratto e concessione per 69 anni
A suggellare il nuovo futuro la firma del contratto in concessione per 69 anni all’aggiudicatario del bando per il project financing tenutasi oggi nella sala Dante del Palazzo Comunale alla presenza del sindaco di San Gimignano Andrea Marrucci e del presidente di Opera Laboratori Beppe Costa.
A realizzare il progetto di recupero infatti sarà Opera Laboratori, con la sua controllata Opera San Gimignano srl che si è aggiudicata il bando pubblicato a seguito degli accordi siglati nel 2011 e 2014 da Comune di San Gimignano, Regione Toscana e Provincia di Siena con Mibact e Agenzia del Demanio per la valorizzazione culturale di un bene demaniale. Il restauro durerà per tre anni con un investimento di 20 milioni di euro e la sfida partirà nella primavera di quest’anno.
Sindaco Marrucci: «Per San Gimignano via a una nuova fase»
«Oggi si chiude un cammino di oltre dieci anni e si apre una fase nuova – sottolinea il sindaco di San Gimignano Andrea Marrucci –. Una fase che porterà al risanamento e alla valorizzazione del complesso, quindi a nuova vita una parte importante e strategica del nostro centro storico patrimonio dell’umanità. Grazie a questo investimento l’obiettivo dell’Amministrazione è allargare la fruizione pubblica della città verso est, in una prospettiva urbanistica e culturale senza precedenti, a cui si aggiungono ampi risvolti sociali, amministrativi, economici ed occupazionali. Dalla valorizzazione del San Domenico può ripartire San Gimignano, oltre a rappresentare uno straordinario contenitore anche per la Regione Toscana, comproprietaria del bene e che ringrazio nella figura del Presidente Giani per aver sposato con convinzione il progetto. Il percorso verso la posa della prima pietra è ancora articolato – conclude Marrucci -, ma davanti a noi la prospettiva è oggi più certa di allora per una operazione che dovrà ulteriormente connotare la Città da un punto di vista culturale, con nuovi spazi pubblici per la collettività, valorizzando le peculiarità paesaggistiche, storico-artistiche, enogastronomiche del territorio e contribuire anche ad un turismo sempre più consapevole dell’unicità di San Gimignano, attraverso l’attivazione di inediti percorsi di visita rispetto a quelli fino ad oggi conosciuti».
Costa (Opera Laboratori): «E’ tra sfide più importanti che affrontiamo»
«E’ tra le sfide più importanti che Opera Laboratori, con il nuovo assetto societario, si impegna subito ad affrontare – evidenzia il presidente di Opera Laboratori Beppe Costa – Le competenze acquisite dalla società in questi anni ci hanno consentito di operare con il Polo Museale Fiorentino, il Parco Archeologico di Pompei ed Ercolano, la Reggia di Caserta, il Complesso del Duomo, il Santa Maria della Scala ed il Museo Civico di Siena, i Musei Civici ed il Duomo di San Gimignano, i Musei Civici di Montalcino e di Colle val d’Elsa, i musei della Città di Pienza, l’Abbazia di Sant’Antimo, il Tempio di San Biagio a Montepulciano, il Museo Diocesano di Cortona, il complesso del Duomo di Spoleto, Villa Giulia a Roma, e, a breve, con la Pinacoteca di Brera e l’Accademia di Venezia. Adesso l’impresa di costruzioni Setten Genesio spa inizierà a recuperare questo Complesso seguendo il progetto curato dalla RTP Marco Paolieri e avvalendosi della professionale competenza di Andrea Tanzini, con i quali siamo felici di condividere questa impresa. L’ex convento ed ex carcere diventerà non solo un presidio della memoria, ma un’officina di futuro anche per lo sviluppo dell’occupazione locale e per il territorio di San Gimignano. I nostri laboratori saranno capaci di trovare nel San Domenico lo spazio ideale per creare un modello di gestione sostenibile fondato sul vero valore della cultura dell’ospitalità».
L’ex convento e ex carcere di San Domenico
Si tratta di un complesso architettonico di notevole rilievo, riconosciuto di interesse storico-artistico con D.M. 23 giugno 1982 ai sensi dell’art. 822 del Codice Civile e sottoposto alla disciplina di tutela e salvaguardia di cui al D.lgs 42/2004. Il San Domenico è stato acquistato a titolo non oneroso, in quota indivisa, dal Comune di San Gimignano e dalla regione Toscana ai sensi dell’art. 5, comma 5,, del D. lgs 85/2010, in virtù di uno specifico “Accordo di Valorizzazione” ex art. 112, comma 4, del D.lgs 42/2004 sottoscritto dal Comune di San Gimignano, dalla regione Toscana, dalla Provincia di Siena, dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e dall’Agenzia del Demanio nel 2011 (modificato nel 2014) e di un atto di attribuzione e trasferimento sottoscritto dagli stessi enti nel 2011 (modificato nel 2014).
Ha rivestito funzioni di convento dalla sua prima edificazione, risalente al XIV secolo, fino al 1787, anno della soppressione del monastero, per poi essere destinato a carcere dal 1833 al 1995. Inserito nella prima cinta muraria di San Gimignano, a ridosso di piazza della Cisterna e piazza Duomo, costituisce il punto terminale di via del Castello, uno dei tre assi principali della struttura urbana del centro storico cittadino, compreso nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco fin dal 1990. Esteso su una superficie di circa 13mila mq (di cui una superficie lorda edificata di circa 6500mq), il complesso copre circa il 10% del tessuto edilizio del centro storico.
E’ composto da un corpo principale, posto all’interno di una cinta muraria, che costituiva anticamente il convento e poi l’istituto penitenziario, ed una porzione esterna delle mura, che ospitava gli alloggi di servizio del carcere, alle quali si aggiunge una vasta area di orti, esterna alle mura, documentata fin dal XIV secolo, comprensiva di un interessante sistema di grotte ipogee. Sorto sul sedime di un’antica chiesa e frutto di successivi ampliamenti, il San Domenico si sviluppa attorno ad un chiostro centrale di ampio respiro e di notevole pregio estetico. I continui rimaneggiamenti subiti hanno sensibilmente alterato la struttura conventuale originaria, della quale permangono tuttavia apprezzabili testimonianze, soprattutto nel chiostro e nell’articolazione degli spazi esterni. La fase di trasformazione più traumatica, risalente al primo Novecento, è legata alla trasformazione del convento in carcere allorquando l’esigenza di rispondere alla nuova funzione carceraria ha dettato modifiche alle strutture originarie anche particolarmente radicali, le quali hanno pregiudicato il valore storico ed architettonico del complesso. Esaurite le funzioni di istituto penitenziario, dal 1995 il San Domenico è rimasto pressoché totalmente inutilizzato ed ha subito limitati interventi di manutenzione palesando uno stato di conservazione sempre più precario. Da allora è stato oggetto di svariate ipotesi di riconversione (struttura ricettiva, università, sede di associazioni ed attività artigianali locali, ecc) tutte però slegate da organici e concreti progetti e piani economici attuativi.
Fino a pervenire all’attuale ipotesi di risanamento e valorizzazione del complesso tramite concessione in project financing ai sensi dell’art. 183, commi 1-14 del D.lgs 50/2016, “Codice dei contratti pubblici”.
L’obiettivo che l’amministrazione comunale intende perseguire è una piena acquisizione alla fruizione pubblica di una rilevante porzione dello straordinario tessuto architettonico del centro storico di San Gimignano, tramite impiego di capitale privato nell’ambito di un intervento di partenariato pubblico privato, pervenendo ad un ‘ampliamento’ della città tramite la creazione di varie aree destinate alla pubblica fruizione nell’ambito di un nuovo ‘quartiere’ che connoti culturalmente la città esaltando le caratteristiche paesaggistiche, storico-artistiche, enogastronomiche e produttive del territorio e fornendo nuove occasioni per un turismo ‘qualificato’ tramite l’attivazione di nuovi percorsi di visita rispetto alla consueta direttrice Via San Giovanni- Piazza della Cisterna- Piazza Duomo-Via San Matteo.