FIRENZE – Sono oltre 31mila i bambini e i ragazzi con una cartella sociale aperta da servizi sociali nel 2020 in Toscana: di questi risultano 25mila con presa in carico del servizio.
I dati risultano in diminuzione rispettivamente del 10% e dell’8% sui due anni precedenti (e dunque prima del Covid). Sempre nel 2020 sono stati 3.438 i bambini e ragazzi vittime di maltrattamento in famiglia presi in carico: sono diminuite (-9%) le vittime di violenza assistita, 1944 nel 2020 (erano 2130 nel 2019). È quanto emerge dal seminario ‘Politiche e interventi a favore dell’infanzia e dell’adolescenza: dalla lotta alla povertà minorile alle azioni previste dal nuovo piano per l’infanzia e l’adolescenza’, organizzato dall’Istituto degli Innocenti di Firenze e dalla Regione Toscana. Inoltre sono stati 1.000 gli affidamenti attivi in piena pandemia (al 31 dicembre 2020): 757 di questi minorenni sono stati accolti in struttura residenziale.
Garante per l’infanzia Bianchi: «Situazione peggiorata»
«La situazione in tema di infanzia e adolescenza è certamente peggiorata a causa dell’emergenza sanitaria. Si sono acutizzate le criticità già esistenti e sono emerse nuove criticità, come lo stato di salute fisico e mentale dei ragazzi, colpiti dall’isolamento imposto dalla pandemia. Gli effetti negativi li abbiamo visti e li vedremo nei prossimi mesi». Lo ha detto il garante per l’infanzia e l’adolescente della Regione Toscana Camilla Bianchi.
Secondo Bianchi «è necessario uno sforzo congiunto in termini di assunzioni di responsabilità da tutti i soggetti direttamente e indirettamente coinvolti: si deve porre al centro il tema dell’infanzia». La didattica a distanza «è stato uno strumento necessario e contingente in un momento così complesso, con le conseguenze negative che ha comportato come l’abbattimento della socialità e il porre a casa i bambini in uno stato di isolamento. Dove c’erano fragilità questo momento ha contribuito ad aumentarle. La Dad non può certo compensare o sostituire quella che è la didattica in presenza, fatta non solo di dettami didattici ma anche di socialità» ha concluso Bianchi.