Piombino-non-deve-chiudere-940x592Su Aferpi «esprimeremo un nostro giudizio dopo aver letto il piano, a partire da quali sono le concrete e tangibili garanzie finanziarie per la realizzazione. In questo momento ci limitiamo a ricordare che l’azienda, all’atto della firma dell’accordo di programma, aveva già presentato un piano industriale, al Governo e alle istituzioni, che come noto è stato completamente disatteso». Così il segretario nazionale e il coordinatore della siderurgia di Fiom, Rosario Rappa e Mauro Faticanti commentano l’incontro di ieri al Mise sulle acciaierie piombinesi.

Fissato un nuovo incontro Giovedì prossimo alle 16.30 è previsto un nuovo incontro, sempre al Ministero dello Sviluppo Economico, durante il quale dovrebbero essere illustrati i progetti dell’algerino Issad Rebrab per mantenere le promesse sugli investimenti produttivi nella siderurgia di Piombino. Rappa e Faticanti insistono sul fatto che Aferpi aveva già presentato un piano industriale, il quale tuttavia è rimasto lettera morta. «Lo diciamo così solo per memoria storica e perché ora nessuno pensi di cavarsela con chiacchiere e slide» sottolineano i due sindacalisti. Al vertice di ieri, i due esponenti di Fiom hanno ribadito al Ministro, Carlo Calenda che, «anche nella più ottimistica previsione», cioè di uno sblocco degli investimenti di Rebrab sugli impianti produttivi, «stiamo parlando solo della siderurgia, e dunque rimarrebbero centinaia di esuberi nella parte agroindustriale che in ogni caso, anche con l’immediata partenza dei lavori, non sarebbero coperti dagli ammortizzatori sociali per il periodo necessario da qui alla prima colata».

Il tempo stringe Dunque, avvertono, potenzialmente ci sarebbero altri licenziamenti da gestire. La data limite si avvicina, è quella del 1° luglio, quando verranno meno per legge gli obblighi per il proprietario di Aferpi di salvaguardare i livelli occupazionali. «Nessuno pensi – dicono Rappa e Faticanti-, il Governo in primis, che questi temi siano in qualche modo eludibili».