Foto dello sciopero del 2 febbraio scorso

«C’e’ una riunione domani con i sindacati, l’azienda, le istituzioni. Non conta che sia soddisfatto io. Conta che sia soddisfacente il piano. Ed e’ lecito essere molto cauti dati i precedenti e dati i ritardi. Ne vedremo i contenuti, soprattutto ne vedremo la fattibilita’, perche’ non e’ importante il documento in sè. È importante che sia sostenibile per i partner industriali eventuali, per i sostenitori finanziari, per il sistema creditizio». Così il presidente della commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale, Gianni Anselmi (Pd) rispondendo a una domanda sulla presentazione del piano industriale da parte dell’imprenditore algerino Issad Rebrab per il polo siderurgico di Piombino.

piombino_lucchini_fornoAferpi chiederebbe un’estensione di 5 anni dei sussidi per i lavoratori «È chiaro che piu’ si allunga il tempo per la realizzazione degli investimenti, piu’ noi dobbiamo fronteggiare due tipi di problemi» ha aggiunto Anselmi. Vale a dire, il finanziamento della continuita’ aziendale e gli ammortizzatori sociali. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, al governo il gruppo Aferpi chiederebbe un’estensione di ben 5 anni dei sussidi per i lavoratori, sino a quando non verra’ completato l’iter di riattivazione della siderurgia con il ritorno alle colate di acciaio. Il principale problema, riconosce Anselmi, «e’ come si tengono le persone in carico all’azienda e, naturalmente, questo implica l’utilizzo di ammortizzatori sociali. Io dico anche- sottolinea- che se si avviassero gli smantellamenti degli impianti e delle aree dismesse questi sarebbero un ammortizzatore molto attivo, e non passivo».

Lo stabilimento deve comunque funzionare Sulla questione, invece, della prosecuzione della produzione, «allungando il periodo di compimento dell’investimento lo stabilimento deve comunque funzionare e restare sul mercato – ha proseguito Anselmi – Per cui il tema e’ anche come si finanzia il capitale circolante. Da questo punto di vista, la Giunta naturalmente anche con un’interlocuzione con il sottoscritto, ha messo in campo degli strumenti di garanzia per le banche che vogliono sostenere il capitale circolante». Il contributo della Regione Toscana e’ finalizzato a far si’ che «l’azienda, in attesa degli investimenti, non si spenga. Deve, invece, conservare le sue quote di mercato».