Prima unione civile celebrata a Firenze, proprio nel giorno della 72esima ricorrenza dalla Liberazione della città: protagonisti del rito, celebrato dal sindaco Dario Nardella nella Sala Rossa di Palazzo Vecchio (la stessa tradizionalmente dedicata ai matrimoni), i toscani Mauro Mori, 43 anni, e Michele Lorenzini, 47. Ad accompagnare il rito, nella sala gremita (anche di fotografi, giornalisti e videocamere), l’Inno alla gioia di Beethoven. «Abbiamo voluto espressamente che questa sala fosse anche lo spazio per celebrare le unioni civili, in modo da dare la giusta solennità a questo momento – ha detto Nardella – E sono grato a Mauro e Michele per aver scelto con me questo giorno: a Firenze è il giorno della libertà». Al termine, Michele e Mauro si sono abbracciati e Nardella ha scherzato: «Mi raccomando, se litigate chiamatemi». «Certo, tutto questo non ci cambierà la vita, perchè stiamo insieme da 20 anni e continueremo nello steso modo, ma siamo orgogliosi» hanno detto i due neo sposi.
Nardella replica a Ceccardi Al termine della cerimonia Nardellaha replicato a distanza Nardella alle parole della sindaca leghista di Cascina (Pisa), Susanna Ceccardi, che nei giorni scorsi ha annunciato non voler celebrare le unioni gay ed anzi di essere intenzionata a difendere, se e come possibile, l”obiezione di coscienza’. «Ogni sindaco ha il dovere di applicare e rispettare la legge – ha detto – Da sindaco, prima che fosse approvata la legge avevo detto che la soluzione a questa questione non avrebbe potuto che essere una legge approvata dal Parlamento. Prima di allora ogni gesto sarebbe stato solo rappresentativo di una volontà e nulla più. Ma oggi, che abbiamo una legge, approvata in uno Stato di diritto e con cui i diritti civili collegati alle unioni civili sono affermati, io credo che ogni sindaco abbia il dovere di applicarla e rispettarla».