Inizia oggi per l’anno scolastico 2015-2016, la grande avventura scolastica per circa mezzo milione di alunni toscani, distribuiti, nei vari gradi di istruzione, in quasi 22mila classi sul territorio regionale. «L’istruzione è uno degli investimenti prioritari su cui dobbiamo puntare per lo sviluppo – ha affermato nel suo saluto ad alunni e insegnanti il presidente Enrico Rossi -. Per questo la Regione metterà al centro della propria azione la lotta all’abbandono scolastico, le cui percentuali in Toscana si attestano al 17,6 per cento, con punte più alte nelle aree di crisi a Livorno, Piombino e Massa Carrara, rispetto ad una media europea del 12,8 per cento. Inoltre, per il futuro, ci impegneremo in particolar modo nelle politiche di integrazione tra scuola e mondo del lavoro».
4 mln per il diritto allo studio Per questo anno scolastico, la Regione conferma 4 mln di euro a sostegno del diritto allo studio, tra fondi statali e propri destinati ai redditi ISEE non superiori ai 15mila euro. Altro campo di intervento è il supporto alla domanda di servizi educativi per la prima infanzia (3-36 mesi) attraverso l’assegnazione di buoni servizio. Sono pari a 4mln e 500mila euro i fondi provenienti dal Fondo sociale europeo 2014-2020 assegnati alle amministrazioni comunali interessate a sostenere le famiglie in lista per i nidi comunali, che potranno così iscrivere i propri figli a strutture private allo stesso costo del nido pubblico. Anche sul versante dell’edilizia non mancherà un’azione appropriata, soprattutto nel confronto con il Governo. I numeri dell’Ufficio scolastico regionale parlano di quasi 70mila bambini distribuiti in 2805 classi, per quanto riguarda le scuole d’infanzia; alle elementari risultano iscritti poco meno di 154mila alunni suddivisi in 7475 classi; le scuole secondarie di 1° grado accoglieranno circa 97mila studenti in 4330 classi; alle secondarie di 2° grado accederanno, suddivisi in 7272 classi, oltre 162mila studenti, di cui circa 6500 frequenteranno le scuole serali.
La protesta della scuola Ma oggi per la scuola Toscana, come in gran parte d’Italia, è il giorno anche della mobilitazione degli insegnanti per protestare contro la riforma denominata ‘buona scuola’ approvata dal governo Renzi e che vede come ideatrice il ministro per l’Istruzione Stefania Giannini. A Firenze i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams e Cobas Scuola hanno convocato l’assemblea di tutto il personale di città e provincia, docente e non, all’Obihall (ore 8-12). Si tratta di un’assemblea-manifestazione (alla quale stanno partecipando anche organizzazioni studentesche e alcuni Dirigenti Scolastici) nel solco delle mobilitazioni contro la “Buona Scuola” che sono andate avanti negli ultimi mesi. «Vogliamo dire ai genitori che non è una iniziativa contro gli studenti ma a favore di una scuola migliore – hanno spiegato in un comunicato congiunto i sindacati scolastici- E’ un segnale importante quello che vogliamo dare con la convocazione di questa assemblea il primo giorno di scuola. Assemblea che non sarà solo una protesta ma soprattutto un momento di confronto su come ovviare ai danni che la riforma potrebbe portare», spiegano i sindacati, che avevano rinnovato l’invito al sindaco di Firenze Dario Nardella a partecipare all’assemblea dell’Obihall. «Sono molto amareggiato per lo sciopero indetto dagli insegnanti perché io penso che perdiamo tutti da questa decisione che di fatto blocca il primo giorno di scuola – ha detto proprio Nardella nelle ultime ore – Si può parlare, ci si può confrontare anche in modo acceso, anche animato nel merito però non avremmo dovuto far pesare sulle spalle dei nostri ragazzi gli effetti di una protesta perché penso che così la nostra società non migliora e non penso che i sindacati possano vincere la sfida dell’innovazione in questo modo. Io credo nel ruolo dei sindacati ma nel ruolo di quei sindacati che provano ad innovare, a mettersi in gioco e non a ripetere vecchi soprattutto scaricando sui nostri ragazzi il peso di responsabilità e di battaglie che bisogna legittimamente combattere ma in sede più appropriate».
La moglie di Renzi è in classe Ecco alcune delle criticità sulle quali si basa la mobilitazione dei sindacati scolastici: i docenti precari esclusi dalle assunzioni pur avendone i titoli, i tagli al personale Ata e i limiti alla loro sostituzione imposti dalla Finanziaria, i rischi di conflittualità derivanti dalla nuova figura del cosiddetto “super-preside” e quelli di ritrovarsi criteri di valutazione dei docenti e qualità delle scuole “a macchia di leopardo”. Firenze non sarà l’unico capoluogo che avrà un’assemblea del personale della scuola nella giornata odierna: iniziative identiche sono in programma anche a Lucca e Massa. Livorno e i suoi territori “spalmeranno” le assemblee nei primi quattro giorni di scuola, da oggi al 18 settembre tre ore al giorno. Negli altri capoluoghi, ci saranno iniziative analoghe nei giorni successivi al 15 settembre. Da segnalare che l’insegnante precaria Agnese Landini, moglie del premier Matteo Renzi, si è regolarmente presentata all’istituto statale superiore Ernesto Balducci, che raggruppa due licei e due istituti tecnici e che si trova a pochi chilometri di distanza dall’abitazione della famiglia Renzi, dove ha tenuto lezione, non aderendo allo sciopero effettuato invece da molti suoi colleghi. Ai giornalisti che le hanno chiesto il perché di questa sua scelta, Agnese Landini Renzi ha risposto:«Ognuno fa le sue proprie scelte. Sono contenta di andare a scuola».