«Ho iniziato la mia carriera grazie a Vittorio Cecchi Gori e a Rita Rusic e senza di loro non so cosa avrei fatto. Sanremo? Non ci vado a Sanremo, c’è Carlo Conti e per protesta guardo Canale 5. E’ dappertutto, voglio fondare un movimento contro lo strapotere di Conti». Lo ha detto, a margine della presentazione di un documentario sul film ‘Il Ciclone’, l’attore e regista, Leonardo Pieraccioni, premiato dal Consiglio regionale toscano con il riconoscimento del Gonfalone d’argento, massimo riconoscimento dell’assemblea regionale toscana presieduta da Eugenio Giani. «Dieci giorni fa ho ricevuto le ‘Chiavi della città’ di Firenze, oggi il ‘Gonfalone d’argento’- ha detto con il sorriso sulle labbra Pieraccioni- Mi chiedo: davanti a tanta generosità cosa c’è sotto?». «’Il Ciclone’? Dopo venti anni mi rendo conto che questo film è davvero piaciuto in tutta Italia e ringrazio tutti per le celebrazioni a partire dalla proiezione in Santo Spirito di qualche mese fa. I film oggi sono montati sui ritmi delle pubblicità. ‘Il Ciclone’, ‘Fuochi d’artificio’, ‘I laureati’ hanno invece un andamento piu’ lento che io ho sempre pensato che il pubblico dei giovani non apprezzassero ed invece se io dovessi chiedere ai ragazzetti di 12-13 anni direbbero proprio che hanno fra i loro film preferito ‘Il Ciclone’. Tre giorni prima che uscisse ‘Il Ciclone’ Cecchi Gori disse a Rita Rusic:’La Spagna ed il flamenco in Italia non hanno mai fatto una lira’, ed invece il film è piaciuto». «Il no al referendum mi ha rovinato almeno 10 minuti di cabaret nello spettacolo con Conti e Panariello, ora devo cambiare le battute e tornare su Craxi e Berlusconi – ha concluso Pieraccioni- L’unica che tengo è quella su Renzi che ha una marcia in più e non gli è entrata».