memoriale_auschwitzUn viaggio di oltre 1000 chilometri durato alcuni giorni e dalla fredda Polonia il Memoriale italiano di Auschwitz, opera d’arte collocata nel museo dell’ex campo di sterminio e poi smantellata, ha trovato una nuova casa a Firenze, all’ Ex3, auditorium comunale da tempo chiusa che adesso diventerà un Polo della memoria. Ad accogliere il Memoriale, smontato e suddiviso in vari carichi trasportati da tir, c’erano i sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente della Regione Enrico Rossi, il sottosegretario ai beni culturali Ilaria Borletti Buitoni, la vicepresidente della Regione Monica Barni, il presidente dell’Aned Dario Venegoni, e l’architetto Alberico Belgiojoso.

Regione e Comune entusiasti Da tempo la direzione del museo polacco aveva chiesto di rimuovere la struttura perché considerata troppo opera d’arte e troppo poco monumento documentale, non in linea con gli altri memoriali ed allestimenti. Peraltro dal luglio 2011 il Memoriale era chiuso (per scelta sempre del museo polacco) e nessuno dei visitatori di Auschwitz l’ha più potuto vedere. All’appello dell’Aned per non disperdere l’opera, Regione e Comune hanno risposto subito entusiasti ed è stata individuata la struttura di Gavinana come luogo ideale per la sua vicinanza con altri luoghi simbolo della Resistenza fiorentina e della Seconda guerra mondiale: EX3 si affaccia infatti sulla piazza intitolata a Gino Bartali, Giusto tra le nazioni, a poca distanza da un’altra piazza che porta il nome del Cardinale Elia Dalla Costa, anch’egli Giusto tra le Nazioni; nel quartiere, poi, Villa La Selva ricorda il campo di concentramento per gli ebrei in attesa di deportazione, istituito dalla RSI. Tante altre presenze e tante altre memorie (cippi, monumenti, targhe) ricordano il prezzo pagato dalla popolazione del luogo nella lotta contro il fascismo.

Il governatore Rossi: «Un’ iniziativa contro i nazionalismi e i razzismi»  «Vogliamo conservare la storia che deriva da questo Memoriale, ricordarla, perchè a mio parere ha anche un significato di grande attualità: contro il riemergere di nazionalismi, di razzismi, di paura per chi è diverso, per chi la pensa in maniera diversa – ha detto il governatore Rossi – Pensiamo ad esempio a come oggi per niente si muore sopraffatti sotto le bombe, sotto il terrorismo, si muore cercando di scappare come succede a tanti bambini che fuggono dalla Turchia, per avere un futuro diverso, scappano da situazioni di guerra. Ricordare questo periodo, avere qui l’ospitalità, con questo forte investimento che noi facciamo insieme al Comune del Museo italiano di Auschwitz è anche un modo per vaccinarsi come toscani, anche se poi questo luogo sarà aperto a tutta l’Italia, contro il riemergere di queste ideologie».

Memoriale AuschwitzRicreata l’atmosfera da incubo dei campi di sterminio L’obiettivo dichiarato dall’ideatore del Memoriale italiano di Auschwitz, Lodovico Belgiojoso, deportato nei campi di sterminio anche lui, ed autore di piu’memoriali, era quello di ricreare allusivamente un’atmosfera da incubo, l’incubo del deportato: uno spazio ossessivo, tra luci ed ombre, e ‘finestre’ aperte sugli altri blocchi del campo. «Viene in Toscana il memoriale di Auschwitz, la parte italiana del memoriale, che la direzione del museo aveva chiesto di togliere, perché si dice non in linea con le direttive di gestione del museo – ha tenuto a specificare il governatore Rossi – La verità è che c’è una comprensibile anche operazione di rimozione della storia e noi però la nostra non vogliamo rimuoverla. Se nel blocco dell’Est, e questo è giusto che si discuta, ed io non sono certo in condizioni di poter valutare, vogliono discutere; da noi le bandiere rosse, la falce ed il martello, i partigiani, i social comunisti, hanno liberato il Paese e fatto la costituzione e quindi qui questa storia sarà ricordata, e questo sarà anche un modo per ricordarla ai nostri figli e per il futuro. Umberto Terracina ha firmato per primo la sua costituzione, è stata fatta da persone di molte tendenze, fra cui anche quelle rappresentate nelle bandiere rosse e quindi accogliamo volentieri questo progetto, e noi investiamo due milioni e seicentomila euro – ha sottolineato ancora Enrico Rossi- Il Comune di Firenze mette la struttura, poi metterà la gestione perché per noi la storia non si deve rimuovere, né cancellare. Ognuno poi la valuti per come pensa, per come considera ed altro ancora».

Nardella: «Un ponte ideale tra Firenze e Auschwitz» «Siamo orgogliosi come fiorentini e come toscani di dare accoglienza al simbolo della persecuzione nazifascista che fino a qualche giorno fa era ad Auschwitz – ha evidenziato invece il sindaco Dario Nardella – Si costruisce così un ponte ideale fra Firenze ed Auschwitz, due città della memoria e della civiltà, noi vogliamo fare di questo luogo non un semplice museo dove ricordare e basta ma un luogo dove imparare, dove poter conoscere, dove poter leggere. Sarà un centro multifunzionale, con una biblioteca, con strumenti tecnologici, materiale audiovisivo, con cui è possibile da un lato ammirare l’opera che per anni è stata in una delle case del campo di concentramento di Auschwitz e che finalmente torna in Italia. Mi auguro che tutte le scuole toscane ed italiane possano aderire al nostro progetto e ci impegniamo fin d’ora a portarlo a termine nei tempi previsti perché Firenze, sempre di piu’, sia città della memoria e della civiltà».