«I sei ballottaggi toscani si sono conclusi con un risultato per il Pd oggettivamente pesante. Un risultato sul quale ragionare in maniera molto approfondita, senza sconti. Insieme ai gruppi dirigenti provinciali e comunali dovremo esaminare gli errori compiuti individuando caso per caso le scelte non fatte o mal fatte». Così Antonio Mazzeo, vice segretario del Pd toscano e consigliere regionale ha commentato la depacle del Partito Democratico ai ballottaggi del 19 giugno, dove i ‘dem’ sono risultatati sconfitti in 5 dei 6 comuni chiamati alle urne.
Le cause della disfatta «I fattori locali hanno esercitato ovunque un forte peso, anche se non sarebbe corretto ignorare l’effetto negativo che sul clima generale di opinione hanno prodotto i problemi manifestatisi fin dal primo turno in grandi città simbolo come Roma, Napoli e Torino – ha aggiunto Mazzeo -. Anche in Toscana forze normalmente non alleate hanno deciso di sostenersi a vicenda per battere i candidati del Pd. In 5 comuni su 6 in Toscana questo schema ha funzionato. È comunque da sottolineare il fatto che una giovane donna come Sara D’Ambrosio abbia compiuto un vero e proprio miracolo ad Altopascio dove ha vinto contro una destra che governava ininterrottamente da 23 anni e che l’ultima volta aveva vinto con 32 punti di scarto» ha provato a consolarsi Mazzeo.
Coalizioni anti-Pd Ma «in tutti e sei i comuni al ballottaggio si sono affermate le forze collocate all’opposizione nell’ultima legislatura. Purtroppo in troppi casi siamo stati noi la prima opposizione di noi stessi. È indubbio che a Sesto e Montevarchi hanno avuto conseguenze dannose le spaccature interne al nostro partito che hanno portato a scissioni anti-Pd – ha sottolineato ancora Mazzeo – promosse da sindaci uscenti o ex sindaci, con l’aggravante, a Sesto, di una polemica allarmistica sul termovalorizzatore portata avanti senza scrupoli e senza rispetto per la verità dei fatti». A Sansepolcro «le vecchie fratture già esistenti nel 2011 non solo non si sono ricomposte ma si sono aggravate. E su Grosseto le divisioni post-primarie hanno rafforzato la voglia di alternanza in una città che, prima di essere governata da noi nelle ultime due legislature, per 9 anni ha avuto un sindaco di destra vincitore per due volte al primo turno». A Cascina «è arrivato un risultato che mi fa doppiamente male, sia per la storia della città sia perché, evidentemente, non siamo riusciti né a far capire che il percorso intrapreso voleva andare nella direzione che ci chiedevano i cittadini né a recuperare quello spirito totalmente unitario che sarebbe stato necessario dopo le primarie. Abbiamo provato a mettercela tutta, ancor più negli ultimi 15 giorni, ma evidentemente il nostro messaggio non è passato».