L’aggiornamento del piano programmatico pluriennale e le valutazioni sullo stato finanziario dell’ente saranno al centro della giornata odierna a Siena, dove, a Palazzo Sansedoni, si riuniranno la Deputazione Amministratrice prima e la Deputazione Generale poi della Fondazione Mps. All’orizzonte la scelta sull’adesione o meno al prossimo aumento di capitale della conferitaria previsto dal piano di risanamento di Mps, di cui la Fondazione ha l’1,4%. «Le valutazioni sono per adesso premature perché non si conoscono le condizioni di adesione», spiega una fonte.
Diversità di vedute nelle due Deputazioni I componenti della Deputazione Generale, espressione degli enti nominanti, sono compatti nella volonta’ di continuare a mantenere un legame con la banca, anche se la sottoscrizione dell’aumento di capitale potrebbe costare alle casse di Palazzo Sansedoni circa 60 milioni di euro, a fronte di un patrimonio di 400 milioni. Di parere diverso sarebbe invece la Deputazione Amministratrice che e’ chiamata a decidere sulle indicazioni ricevute dalla Deputazione Generale e contenute proprio nel piano programmatico pluriennale che deve essere approvato entro la fine del mese. La data sarebbe gia’ fissata al 29 settembre. Proprio la differenza di valutazione sta portando a qualche ‘mal di pancia’ nei componenti della Deputazione Generale che imputano ai colleghi dell’Amministratrice, e soprattutto al presidente Marcello Clarich, «una debolezza di rapporti, di diplomazia e di interpretazione del territorio», spiega ancora la fonte, sottolineando come esista «il rischio che la Fondazione Mps torni a diventare un bancomat sotto le pressioni di soggetti economici e istituzionali che richiedono soldi».
I vertici non sono in discussione Sul tavolo della Deputazione Generale non ci sara’ comunque la fiducia a Clarich, nonostante le critiche dei rappresentanti degli enti nominanti. L’intenzione e’ quella di mantenere al proprio posto il vertice di Palazzo Sansedoni sulla base di due valutazioni: il momento e’ delicato e la Deputazione Generale finira’ il proprio mandato tra un anno esatto a differenza dell’incarico del presidente e della deputazione amministratrice che scadra’ nell’agosto del 2018