GROSSETO – La Do Montecucco “mette in archivio un 2022 con dati molto più che incoraggianti”, classificandosi “a tutti gli effetti come la denominazione più performante della Toscana nell’anno da poco giunto al termine.
A confermarlo il report statistico sulle principali denominazioni vitivinicole toscane di Avit, condiviso con tutte le Do regionali a inizio mese, che evidenzia un andamento degli imbottigliati da record per la piccola denominazione amiatina pari a +35% sul 2021, superando persino i risultati del già fortunato 2019″. Lo rende noto il Conosrozio tutela vini Montecucco.
“Se ‘nicchia’ e ‘sostenibilità’ si confermano come leitmotiv del mercato vinicolo, il Montecucco si fa coerentemente largo in questa ormai consolidata dimensione della domanda internazionale. A dimostrarlo la straordinaria crescita di imbottigliato osservata a chiusura del 2022, che ci colloca al primo posto del podio delle denominazioni toscane”, commenta Giovan Battista Basile, alla guida del Consorzio. “Il mercato oggi più che mai è in cerca di prodotti che siano bio-certificati, di qualità e affidabili, valori da sempre legati a doppio filo alla nostra Do, garantiti dal nostro Consorzio di tutela e costantemente promossi a livello internazionale. Non dimentichiamo che la Do Montecucco, con 68 aziende associate e 500 ha rivendicati (su circa 800 potenziali) distribuiti nei sette comuni di Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano, in provincia di Grosseto, vanta l’85% di produzione biologica. Ma al di là della sostenibilità, il nostro è un Sangiovese estremamente distinguibile, autentica bandiera del suo luogo di origine, vera e propria nicchia per tornare al discorso iniziale, prodotto da piccole o medie aziende a conduzione familiare che negli anni sono state capaci di interpretare la peculiare identità del territorio. Insomma, un gioiello unico nel suo genere”.