Eletti i componenti del Consiglio di amministrazione della Rai da parte della commissione di Vigilanza Rai. E subito è scoppiata la bufera in casa democratica. Appena resi noti i sette nomi, a prevalere è stata la sorpresa in Toscana, rispetto alle indiscrezioni della vigilia. Tra questi c’è, infatti, un guelfo di nome e di fatto, il fiorentino d’adozione e pisano di nascita Guelfo Guelfi, per il quale si è speso senz’altro in prima persona il premier Matteo Renzi che aveva promesso «nomine di alto profilo». E subito sono partite le polemiche con la minoranza del Pd che ha proposto, e votato, l’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli.
Alla fine i nomi eletti sono Franco Siddi (5 voti), Carlo Freccero (6), Paolo Messa (4), Rita Borioni (5), Guelfo Guelfi (6), Arturo Diaconale (5) e Giancarlo Mazzuca (4). L’ex direttore di Rai 3 Freccero è in quota al Movimento 5 Stelle, mentre Diaconale e Mazzuca sono indicati dal centrodestra, Messa in quota popolare e gli altri espressione del Pd.
Il caso de Bortoli Ma non tutto, appunto, è andato liscio in casa democratica, almeno a leggere le dichiarazioni tra maggioranza e minoranza. «La minoranza del partito è ormai abituata ad esercitare veti», ha commentato il presidente del Pd al termine della votazione, Matteo Orfini, cui ha replicato subito Miguel Gotor, componente della minoranza Pd in Vigilanza: «Abbiamo proposto il profilo di de Bortoli al di fuori di ogni logica miope, ma c’è stato posto un veto dalla maggioranza del partito che ci aveva chiesto di indicare un nome. Questo comportamento lo riteniamo sbagliato e ci amareggia molto. Si è persa l’occasione di indicare un nome che avrebbe dato lustro al Pd e alla Rai».
Il Guelfo in Rai Al posto del direttore storico del Corriere, dunque, un toscano molto conosciuto negli ambienti politici e della comunicazione, fiorentini in particolare. Un passato in Lotta Continua, poi grafico con la società Area Grafica 90, publicitario e, infine, un presente di presidente del teatro Puccini di Firenze, vera e propria istituzione culturale della città. In questi anni Guelfi è stato l’uomo macchina, spin doctor, delle principali campagne elettorali degli uomini democratici, Vannino Chiti e Claudio Martini prima e Enrico Rossi alle Regionali del 2010. E poi la folgorazione per Matteo Renzi, di cui ha seguito tutta l’evoluzione politica, dalla Provincia al Comune, essendo stato direttore creativo di Florence Multimedia, la società strumentale di comunicazione creata dallo stesso Renzi ai tempi della Provincia. E c’è ancora chi sostiene che le Province non servissero a nulla.