Nessun taglio per l’istruzione. E tali e quali rimarranno anche le risorse destinate allo sviluppo del mercato del lavoro, per gli investimenti, dell’Unione europea e dei programmi comunitari. Ma altrove i tagli purtroppo non mancheranno. “Una scelta dolorosa ma imposta” spiega il presidente della Toscana Enrico Rossi , che illustra il documento preliminare del bilancio 2011. Perchè a tagliare, spiega, è stato il governo, in modo pesante anche e proprio sulle competenze trasferite dallo Stato alle Regioni tra il 1997 e il 1999: 320 milioni nel 2011 (esattamente l’ammontare delle leggi Bassanini) e altri 360 negli anni successivi. Competenze che in Toscana per lo più sono state poi affidate agli enti locali. Nel 2011 ci saranno meno soldi per l’ambiente e la viabilità, minori risorse per gli incentivi alle imprese, l’agricoltura e la pesca, per il trasporto pubblico locale su gomma e per la protezione civile.


Nuove entrate- Il federalismo fiscale è ancora un grosso punto interrogativo, in attesa dei decreti attuativi. “Nuove tasse non solo ora possiamo metterle, ma soprattutto non le vogliamo mettere: parchè a pagare alla fine sarebbero sempre gli stessi” sottolinea Rossi. Peraltro i tributi toscani sono i più bassi d’Italia. La Regione si è attrezzata per rendere più incisiva la lotta all’evasione e all’elusione fiscale, che già buoni risultati aveva comunque dato in questi anni. Riguarderà chiaramente solo i (pochi) tributi di sua competenza, ovvero bollo auto, Irap ed addizionale Irpef in testa: 110 milioni recuperati nel 2009, 20 o 30 milioni previsti l’anno prossimo. Ma la crisi ha ridotto i fatturati e alla fine le entrate potrebbero essere le stesse.


La Regione ha deciso anche a risparmiare –  “Abbiamo ridotto i costi della politica, sostituendo le indennità con gettoni di presenza per i consiglieri di molti organismi e riducendo da 80 a 5 i consigli di amministrazione. Siamo stati l’unica Regione a farlo. Altrimenti il taglio sarebbe stato non di 320 ma di 350 milioni” dice sempre Rossi. La Regione risparmierà anche nella gestione della macchina e sulle spese di rappresentanza. Uno sforzo notevole se si considera che la Toscana non è mai stata una Regione ‘pantalone’, attenta a quello che spendeva. Ma potranno essere risparmiati al massimo 58 milioni, il 10 per cento dell’intera spesa: 46 milioni per scelta autonoma della Regione. Altri 26 milioni – “decisioni già dolorose” puntualizza il presidente – saranno recuperati sull’ed ilizia residenziale (20 milioni), sul sociale, la cultura, la caccia e la cooperazione internazionale. Ma nonostante tutto all’appello mancano ancora 236 milioni. E così altri tagli saranno inevitabili. “Terremo in grande attenzione il trasporto pubblico – assicura -, ma non possiamo fare i salti mortali”. Forse da qui alla fine dell’anno qualche numero potrebbe cambiare. E’ la speranza anche di Rossi. “Continueremo a trattare con il governo. Ma vogliamo discutere ed approvare il bilancio in Consiglio regionale entro dicembre, per evitare l’esercizio provvisorio – dice – E questa è per adesso l’architrave del bilancio che dovremo scrivere”.


Tre parole d’ordine – Tre per Rossi sono le parole chiave del bilancio che la giunta dovrà licenziare entro la fine di ottobre: sobrietà, equità e riforme. La sobrietà e il rigore riguardano le spese. Le riforme sono quelle che dovranno trasformare la pubblica amministrazione e renderla “più leggera ma anche più produttiva, per aiutare lo sviluppo”, quelle che dovranno snellire e dare maggiore efficienza agli enti dipendenti, ma anche quelle che hanno a che fare con il riordino istituzionale o la riorganizzazione dei servizi pubblici: subito un unico Ato per l’acqua e la nomina di un commissario per la liquidazione dei sei esistenti, 3 per i rifiuti e uno sforzo per aggregare le aziende di gestione ed ottenere nuovi risparmi nei prossimi anni, la soppressione delle quattordici Apt, la soppressione dell’Arsia e la riorganizzazione delle funzioni in agricoltura, con gli investimenti che invece non subiranno tagli (tra i 750 e gli 850 milioni nel 2011). L’equità infine sta nella lotta all’evasione fiscale: patti territoriali, metà dei tributi recuperati ai Comuni che hanno collaborato, tempi più rapidi negli accertamenti ma anche semplicemente un sms per ricordare al contribuente sbadato di pagare. Sta anche nel non aumento delle tasse. E sta in un nuovo redditometro, che meglio dell’attuale Isee possa misurare la ricchezza di una famiglia e l’accesso al welfare regionale. “Perchè a subire i tagli che potrebbero esserci non siano le famiglie più deboli” spiega Rossi.


Firenze

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