SIENA – Gran finale 2024 – ’25 dei Teatri di Siena: il direttore artistico Vincenzo Bocciarelli ha scelto di calare il sipario venerdì 11 aprile con la prima nazionale ‘Il Gattopardo.
Il ritorno di Angelica’, al Teatro dei Rinnovati. E, in attesa dei bilanci definitivi, già si possono anticipare i positivi risultati di una stagione che, con i due cartelloni Sipario Rosso e Sipario Blu, una varietà di interessanti proposte, ha riscosso il consenso del pubblico con molti spettacoli sold-out.
Angelica, personaggio iconico del ‘Gattopardo’ si è rivelato ancora con l’interpretazione della famosa attrice Vittoria Belvedere nel nuovo spettacolo di danza e parola firmato AidaStudioProduzioni, da un’idea di Elena Marazzita. Ad affiancare Vittoria Belvedere, con Vincenzo Bocciarelli, che ha legato il suo nome a celebri ruoli di teatro, cinema e tv, il corpo di ballo della Compagnia Nazionale di Danza Storica diretta da Nino Graziano Luca.
Il capolavoro della letteratura italiana e mondiale ’ll Gattopardo’ di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è ancora uscito dalle pagine del romanzo. Si è appropriato di una nuova trama ricca di vicende, passioni, fallimenti, vittorie. L’atmosfera romantica è diventata lo scenario della storia di una donna che, capace di affermarsi in un mondo vittima di potere, di ipocrisia, di vecchie usanze, di antichi privilegi, emerge come testimone di progresso.
«Dal libro al film, dal successo editoriale alla scena del ballo diventata iconica per un’intera generazione: Il Gattopardo di Luchino Visconti, dopo sessantadue anni, continua a sorprendere, rimane un capolavoro che mi ha sempre affascinato. ‘Il Gattopardo. Il ritorno di Angelica’ è il mio omaggio al pubblico dei Teatri di Siena, una riscrittura esclusiva per questa platea», dice Bocciarelli.
Dopo decenni dalla sua pubblicazione e proiezione, quest’opera resta un bestseller grazie alla sua straordinaria capacità di raccontare il cambiamento, il declino dell’aristocrazia, le passioni e i sentimenti. La sua forza è la capacità di parlare al presente, attuale anche a distanza di secoli.
‘Il Gattopardo. Il ritorno di Angelica’ valorizza i due riferimenti che restano impressi nella memoria collettiva del volume e del film. Cioè, la frase di Tancredi, il noto adagio per cui se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi. Il contesto è quello di una transizione epocale, che nell’immaginarsi l’avvento della repubblica preconizza il declino di un assetto di potere, quello siciliano, basato sul notabilato. Il secondo riferimento è la nota scena del ballo, magistralmente architettata e diretta da Luchino Visconti.
Nel libro, Tomasi di Lampedusa scrive spesso del salone come ipostasi metaforica di una di piazza collettiva. La scena non è solo esteticamente e cinematograficamente ineccepibile: è il momento più importante della vicenda.
‘Il Gattopardo. Il ritorno di Angelica’ si racconta con le coreografie della Mazurka, Valzer, Quadriglia, Polka, Galop, le musiche composte da Nino Rota che si incrociano con quelle originali del Maestro Nino Graziano Luca sulla ‘Controdanza’. Lo spettatore dei Teatri di Siena avrà l’esclusiva di appropriarsi di nuove situazioni, scoprirà ciò che non si è mai letto nel libro, mai visto nel film.