E’ già iniziata l’era del dopo-Viola a Siena. Si apre la trattativa fra Banca Mps e l’Ad di Merrill Lynch in Italia, Marco Morelli, per la sostituzione dell’amministratore delegato dimissionario, Fabrizio Viola. Già avviate le verifiche per la sua successione all’A.d di Rocca Salimbeni. L’obiettivo è chiudere le trattative in tempi rapidissimi, non più tardi della prossima settimana. Il dossier è seguito in prima persona dal presidente di Mps Massimo Tononi e dal presidente del comitato nomine Alessandro Falciai. Sia il terremoto che ha portato all’uscita di Viola sia l’indicazione Morelli come suo successore sono frutto di indicazioni arrivate in modo perentorio da Roma. Il presidente Tononi ha incontrato anche i sindacati. Banca Monte dei Paschi e sopratutto, «chi la rappresenta» deve avere «un atteggiamento responsabile» anche nei rapporti con i sindacati, «in assenza del quale non potrà essere escluso nessun tipo di mobilitazione a difesa dei livelli occupazionali, del salario e dei diritti contrattuali». Lo scrivono i coordinamenti delle sigle sindacali di Mps dopo l’incontro a Rocca Salimbeni con il presidente Massimo Tononi, all’indomani delle dimissioni dell’ad Fabrizio Viola.
Incontro sindacati-Tononi Quest’ultimo, secondo quanto scrivono le organizzazioni nella nota, «nel considerare estremamente spiacevole quanto accaduto durante la riunione del Cda, ha tuttavia espresso apprezzamento per il grande senso di responsabilità manifestato dai colleghi e dal sindacato anche all’interno di questa vicenda», disponibile ad attuare nei confronti delle organizzazioni, «nelle more della nomina del nuovo Ad, un livello comunicativo celere ed immediato». Risolvere «nel più breve tempo possibile la situazione di incertezza creata dalle dimissioni dell’amministratore delegato». Per i sindacati la situazione è complicata anche dal fatto che è «ancora del tutto assente una visibile e convincente azione del governo italiano a tutela del terzo gruppo bancario domestico, dell’intero sistema creditizio, dei lavoratori e dei risparmiatori», scrivono ancora nella nota. I sindacati hanno rappresentato al presidente Tononi la loro «forte preoccupazione» per «la fase che l’azienda sta attraversando, la quale risulta caratterizzata dalle decisioni assunte nelle scorse settimane in materia di aumento di capitale e di presentazione del nuovo piano industriale».
Sindacati: maggior coinvolgimento su piano industriale Su questo i sindacati chiedono un maggior coinvolgimento «sempre più approfondito ed immediato» dei sindacati «da svolgersi in assoluta trasparenza, riguardo all’applicazione dei progetti derivanti dagli impegni assunti dal management con le Autorità Europee, a partire ovviamente da quelli comportanti ricadute sui dipendenti». E in questo senso i coordinamenti delle sigle sindacali hanno invitato il presidente Tononi a trovare una soluzione “celere” anche per il ruolo di Responsabile della Rete, «oltre all’immediato allontanamento di Marco Bragadin da un ruolo che di fatto non esercita più, avendo egli scelto di assumere l’incarico di Ceo di Ing Bank Italia» magari attraverso «una valorizzazione delle professionalità interne».
Enrico Rossi su Mps «Monti dette 60 milioni alle banche tedesche, tramite la Grecia e disse che le banche in Italia andavano bene: se il Governo avesse tirato fuori qualche miliardo, battendo qualche cazzotto sul tavolino davvero, in Germania, probabilmente il Monte dei Paschi sarebbe stato a posto e si sarebbe potuta rivendere come è stato fatto negli Stati Uniti, guadagnandoci qualcosa e salvando la terza banca del Paese». Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, a margine della firma di un accordo per il porto di Piombino. «Verso questa terza banca – ha proseguito Rossi – continuo a insistere: siccome i soldi li ha sempre restituiti, vorrei sapere i primi 100 che non hanno ridato i soldi che hanno preso dal Monte dei Paschi. Chi sono, in modo che quando li vedessi venire nel mio ufficio gli potrei dire che cortesemente possono accomodarsi fuori. Gli imprenditori seri firmano patti con le istituzioni, aumentano il capitale come hanno deciso di fare stamani, ci mettono i soldi e li restituiscono. Gli altri non sono imprenditori, il resto è capitalismo di relazione e parassitario che la sinistra dovrebbe combattere».
Il sindaco di Siena su Mps «Gli amministratori sono scelti dagli azionisti, a noi interessano i posti di lavoro ed il legame con Siena». Così il sindaco Bruno Valentini in una nota ha commentato le dimissioni dell’Ad di Mps Fabrizio Viola. «Sono ormai alle spalle i tempi dove la politica metteva bocca sugli amministratori di banca Mps, ma vedo con rammarico che una parte della città continua a ragionare secondo vecchi schemi» prosegue Valentini evidenziando: «Credo che il cda di banca Mps e chi sta seguendo le due complesse operazioni di pulizia delle sofferenze e di ennesima, e speriamo definitiva, ricapitalizzazione, abbiano ritenuto di dover rinnovare il top management per rafforzare il senso della svolta che attende Mps dopo le inchieste, gli aumenti di capitale bruciati da perdite ed accantonamenti, le speculazioni al ribasso sul titolo». Il sindaco di Siena ritiene che «non tutto il lavoro fatto in questi ultimi anni è da buttare perché i costi, grazie anche alla collaborazione dei sindacati, sono stati ridotti, il bilancio è tornato all’utile, il grosso della clientela è rimasto». Secondo Valentini «ci sono le condizioni affinché l’operazione di rilancio concordata col Governo ed apprezzata da importanti istituzioni finanziarie internazionali sia conclusa in pochi mesi».
L’intervento della Fondazione Mps Arrivare «quanto prima alla individuazione condivisa di una professionalità di alto profilo in grado di ricoprire la carica di Amministratore delegato che dovrà affrontare le importanti sfide future a partire dall’attuazione del piano industriale, al fine di creare valore per gli azionisti e soprattutto per l’economia del nostro paese e per il territorio di riferimento». E’ quanto invece chiede la Fondazione Mps in una nota dopo l’uscita dell’ad Fabrizio Viola. L’ente, che detiene l’1,4% del capitale, ringrazia Viola «per l’eccezionale impegno, professionalità e competenza con cui in questi anni» ha guidato «Mps in un difficilissimo contesto economico-finanziario nazionale e internazionale, riportando l’Istituto all’utile e presentando un piano industriale per la soluzione strutturale e definitiva dei crediti in sofferenza». Nella nota si sottolinea come «le sue qualità professionali ed umane» hanno contribuito «in maniera decisiva ad affrontare lo sviluppo della Banca e a rinsaldare il rapporto con gli azionisti e in particolare con la Fondazione Mps».