Il giorno dopo la visita di Papa Francesco a Prato e Firenze è una serie di foto e ricordi postati soprattutto sui social network dei tanti toscani che nelle ultime 24 ore hanno avuto anche semplicemente la fortuna di incontrare il Santo Padre, protagonista nella città laniera e nel capoluogo di regione che hanno coinvolto, fra orazione dal pulpito esterno della Cattedrale pratese, partecipazione al convegno ecclesiastico nel Duomo del Brunelleschi e Messa allo stadio ‘Franchi’, di oltre centomila persone. Non sono state risparmiate anche frasi umoristiche dei cittadini di Firenze e Prato che vedendo strade sgombre e via di accesso alle città senza traffico, hanno, sempre via Twitter e Facebook, invitato Papa Francesco a tornare presto in Toscana, anche solo come portatore di effetti positivi sulla viabilità. Battute a parte subito dopo la partenza del padre spirituale della Chiesa cattolica cristiana, il dato più positivo che va sottolineato è la mancanza assoluta di problemi dal punto di vista dell’ordine pubblico, tanto che le parole a commento della giornata di martedì da parte del prefetto di Firenze, Alessio Giuffrida, sono state particolarmente entusiaste sotto questo punto di vista.
Tutto ha funzionato bene «La macchina organizzativa ha funzionato perfettamente e ringrazio tutti per la bellissima giornata di festa che abbiamo vissuto». Il pensiero del prefetto va alla Curia, al Comune, alla Città Metropolitana, alla Regione, al volontariato e a tutte le altre componenti del tavolo che ha predisposto e seguito ogni fase dell’evento odierno. Sono stati molti mesi di un lavoro continuo e costante per affrontare tutti gli aspetti organizzativi e preparare la città a un avvenimento straordinario. «Un ringraziamento speciale e molto sentito va alle forze dell’ordine, coordinate operativamente dal questore, e alla polizia municipale – ha aggiunto Giuffrida – per l’impegno profuso sul fronte della sicurezza dove tutto è stato impeccabile. Merito dell’eccellente professionalità e competenza di tutte le donne e gli uomini che lavorano con abnegazione ogni giorno per rendere sicura questa città». Un pensiero grato anche ai fiorentini che «hanno compreso l’importanza di questa giornata, sopportando forse qualche piccolo disagio sul fronte della mobilità. Il successo è stato davvero frutto di un gioco di squadra – ha concluso il prefetto – dove tutti hanno fatto la loro parte. Anche la città».
Bagno di folla per il pontefice A fare da guida nelle sue ore fiorentini a Papa Bergoglio è stato l’arcivescovo Giuseppe Betori. «Ieri Firenze era tutta cuore per sua Santità. Grazie al Santo Padre per averci illuminati ed esortati ad essere degni eredi di una Firenze con una così grande storia di pietà e di carità». Nel suo intervento davanti al Pontefice monsignor Betori ha voluto ricordare «Elia Dalla Costa, vescovo compassionevole, difensore di uomini e donne di ogni fede di fronte ai regimi totalitari; Don Giulio Facibeni, apostolo della carità; il sindaco santo Giorgio La Pira; don Lorenzo Milani, voce di un cattolicesimo vivace e precorritore nel nome di una sofferta ma leale fedeltà alla Chiesa; Mario Luzi: la sua storia la sua cultura costellati di astri di pietà».
Prato esulta Entusiasta del blitz papale anche nella sua Prato, il sindaco Matteo Biffoni. «I temi che Papa Francesco ha toccato nel suo discorso sono quelli per cui lui aveva annunciato la volontà di venire a Prato – ha sottolineato il primo cittadino pratese -. Da un lato la fatica, ma la necessità dall’inclusione; e dall’altro la dignità del lavoro, declinato in maniera molto pratese perché ha parlato appunto della tragedia del 1° dicembre 2013, ha parlato di ridare dignità a tutti coloro che lavorano e di difendere i diritti dei lavoratori. Oltretutto queste parole sono arrivate in un discorso che era incentrato sul tessere, sulla cingola, quindi con riferimenti a due delle questioni fondamentali del nostro tempo che a Prato è venuto a vedere coi suoi occhi». L’inclusione e l’invocazione di un patto di prossimità, ha spiegato ancora Biffoni, rileggendo le parole di Bergoglio, «significa stare vicino all’altro, fare lo sforzo, perché l’altro si senta incluso nel nostro mondo. Sono parole molto significative». Nello stringere la mano al Papa al Lungobisenzio, all’arrivo con l’elicottero del Santo Padre, il sindaco l’ha personalmente ringraziato, «per il gesto di affetto verso la nostra comunità, che abbiamo apprezzato e che ci serve a tutti come momento di un nuovo slancio, ulteriore rispetto a quello che giàc’era. Per questo mi sono sentito di ringraziarlo a nome di tutti».
Il commento di Nardella Nella tarda serata di ieri è arrivato anche il pensiero del sindaco di Firenze Dario Nardella. «Si chiude una giornata che resterà nella storia di Firenze per sempre – ha scritto il primo cittadino sul suo profilo Facebook -. Gli ultimi fedeli stanno tornando alle proprie case. Nessun incidente, nessun disagio particolare. Papa Francesco ha conquistato il cuore dei fiorentini e Firenze, sono certo, ha conquistato quello del Papa. Dal saluto in Duomo alla messa allo stadio è cresciuto sempre di più l’abbraccio tra il Pontefice e la nostra città – ha aggiunto Nardella -. Ne sono commosso e orgoglioso e per questo voglio dire grazie ai fiorentini, per la sensibilità, l’accoglienza e l’organizzazione che avete dimostrato. Firenze sa pensare e vivere da grande capitale come poche altre città al mondo. Un grazie particolare alla Diocesi, alle forze dell’ordine, a tutti i volontari e ai dipendenti comunali. Pubblicate le vostre foto di questa giornata». Insomma Papa Francesco se ne è andato già da diverse ore, ma l’onda lunga del suo ricordo rimarrà per tanto tempo nelle memorie di chi lo ha semplicemente sfiorato, o ha ascoltato le sue parole, emozionanti, vive, mai banali.