Nuova bocciatura in Consiglio Comunale per il sindaco dimissionario Franco Ceccuzzi. Dopo il no al bilancio consuntivo 2011 è arrivato un altro stop anche per le variazioni e provvedimenti sul bilancio di previsione proposti dalla Giunta. Sedici i voti contrari, quattordici i favorevoli, due i consiglieri che non hanno preso parte al voto (Corradi e De Risi). Quello di oggi era l’ultimo Consiglio comunale prima dell’arrivo a Siena del Commissario. Il 9 giugno, infatti, scadeva il tempo a disposizione del sindaco Ceccuzzi per ritirare le dimissioni arrivate in seguito alla spaccatura in seno alla maggioranza tra area ex ds e area ex margherita (leggi). Un voto su un atto amministrativo che ha confermato tutto il clima di tensione che si respira a Siena e che, con oggi, consegna definitivamente la città nelle mani di un Commissario che farà da specchio agli equilibri politici passati, presenti e futuri di un Comune in cerca di una sua identità politica, prima ancora che amministrativa.
Alessandro Nannini (Pdl): «I cittadini sanno benissimo cosa è successo nell’ultimo anno, ma voglio sottolineare che il Commissario è una cura non una malattia. La colpa di tutto quello che è successo è del Pd e della maggioranza e non si può imputare alla minoranza».
Pasquale D’Onofrio (Sel): «Il bilancio che si discute oggi è un atto di responsabilità nei confronti della città. Se non fosse così avremmo lasciato quest’onere al commissario che probabilmente avrebbe inciso fortemente nei servizi sociali. Non è colpa di questa amministrazione se il bilancio dipende per 17 milioni dalla Fondazione. Tutto questo non mi sembra uno sforzo vano e chiedo alla minoranza di consentire alla maggioranza di prendersi questa responsabilità nei confronti della città. La bocciatura del bilancio è stata una farsa perché prima esisteva già un atto di sfiducia che era meramente politico. Non si cercava discontinuità ma il merito. Oggi siamo qui con un atto rivoluzionario rispetto al passato. Chi si schiera dalla parte della conservazione la tradisce o la salva? Usciamo dal pantano e diamo alla città la possibilità di sapere gli agguati che sono stati fatti».
Giancarlo Meacci (Pd): «Non è possibile separare la discussione odierna dalle questioni politiche. Ritengo che il primo cittadino abbia cercato solo lo scontro. Voglio rimarecare che rinnovamento e discontinuità sono stati solo termini propagandistici. Esprimo e annuncio il mio voto contrario»
Pietro Staderini (PdL) «Caro sindaco, quando le scelte si oppongono alla senesità, io mi oppongo fermamente ad esse. Ed è per questo che mi trovo ad essere nuovamente un suo antagonista. Non solo per l’aspetto puramente tecnico di questa manovra di assestamento che ci troviamo a votare. L’aspetto più preoccupante è quello politico. Il PdL ha a cuore il bene dei senesi e della città. È per questo che siamo noi i veri fautori della tanto blasonata discontinuità. Perché siamo sempre stati noi a volerla dal fallimento del Sistema Siena. La città di Siena nei momenti di difficoltà e di crisi non guarda all’esterno ma trova all’interno delle proprie mura le forze e la capacità per uscire dall’empasse. La città e le istituzioni vogliono chiarezza e trasparenza. In questa manovra i cittadini si vedranno aumentare le imposte: 1 milione di euro è la cifra prevista dall’aumento delle aliquote Irpef. Il commissario non porta alla perdita esclusiva dei servizi e dei posti di lavoro: chi fa terrorismo in tal senso è un mercenario della politica».
Gabriele Corradi (Capogruppo per Corradi sindaco): «Si tratta apparentemente un argomento semplice in cui dovremmo fare proposte alternative. La mia è quella di far stanziare ad ogni contrada una cifra di 15mila euro da devolvere ai servizi sociali del Comune dato anche che un Palio costa tra i 250-300 mila euro. Siamo oggi a scrivere la parola fine a questa nostra parentesi consiliare. La maggioranza si è sciolta come neve al sole. Negli anni passati molti hanno votato tutto quello che veniva presentato in Consiglio. Come si fa a parlare di numeri dopo la giornata campale del 18 marzo? Di fronte alla domanda di una nuova candidatura ho risposto di no perché sono deluso dalla politica. Io non sono portato a fare la politica delle bande. Io vorrei che si evitassero gli undici mesi di Commissario ma solo perché in questo momento di crisi auspicherei un “governo tecnico” in grado di traghettarci fino alle prossime elezioni nel 2013. Dobbiamo mandare a casa il presidente della Fondazione, uno dei principali artefici di questa situazione, dobbiamo seguire le vicende della Banca, dobbiamo fronteggiare una crisi economica e sociale. Di fronte a tutti questi problemi dobbiamo fare quadrato. Prima dell’11 il sindaco faccia un tentativo di mettere tutti intorno ad un tavolo in grado di individuare nomi e figure responsabili in questo periodo di crisi».
Mario Ronchi (Pd): «Siamo qui per attuare una manovra di responsabilità? Non credo, stiamo assistendo al primo atto della nuova campagna elettorale che inizia qui oggi nella Sala del Consiglio Comunale. La manovra di assestamento viene incontro a molte richieste già portate avanti dalle opposizioni. Attuare variazioni strutturali eliminando la pratica dalle precedenti amministrazioni delle erogazioni della Fondazione Mps per la spesa corrente. Mi sarebbe piaciuto vedere come gli altri consiglieri avrebbero tagliato quei 13 milioni mantenere al contempo garantiti i servizi per i cittadini in cultura, sociale, istruzione. Questsa non è più la sede di questa discussione. Ormai siamo in campagna elettorale. Prima di questa manovra il Santa Maria della Scala dipendeva per l’80% dalle erogazioni della FMps e che non figurava mai nei bilanci comunali. Un’anomalia mai segnalata dalle opposizioni nei precedenti consigli. Pensavamo fosse importante presentare alla città una manovra di risanamento, volta a garantire stabilità sociale. Uno strumento non cogente ma con valore indicativo da lasciare al commissario che arriverà. Mentre la Giunta esce dalla scena chiede, anche se invano di chiedere approvazione, soprattutto in un momento in cui i cittadino si aspettano decisioni e logiche di responsabilità. Facciamo chiarezza di verità e autenticità. Che i consiglieri chiariscano effettivamente se c’era già firmata una mozine di sfiducia prima della seconda presentazione del bilancio».
Andrea Corsi (Pdl): «I punti critici della manovra di assestamento sono già stati illustrati. Vorrei portare avanti un ragionamento di carattere politico: gli atti che ci troviamo a discutere hanno una matrice politica e elettorale. La campagna a mezzo stampa per salvare Siena con continui appelli alla responsabilità non ha alcuna valenza di carattere pratico in quanto le dimissioni del sindaco che porteranno a un Commissario che potrà aggiustare tutte le delibere. Perchè solo adesso si parla di una politica dei revisioni dei costi? Perchè solo adesso il sindaco Ceccuzzi è arrivato alla decisione populista di rivedere il suo stipendio? Quando la politica non è più in grado di operare fa un passo indietro e lascia spazio a tecnici».
Andrea Nuti (Pd): «La manovra di risanamento da quattro milioni di euro serve per rendere indipendenti i servizi sul sociale, cultura, istruzione dalle erogazioni della Fondazione Mps. Un milione di euro verrà dal recupero dovuto ad un aumento dell'aliquota Irpef. E' su questo che si deve concentrare il voto del Consiglio. Se la manovra non verrà approvata il Commissario che verrà potrà procedere con i tagli tout court a lavoro, risorse economiche e umane. Tutte le parti sociali sono state portate a conoscenza dei contenuti della manovra e ne hanno condiviso i caratteri salienti. Il futuro potrà muoversi su una strategia condivisa espressione della volontà collettiva che non può essere ignorata visti i tempi che corrono».
Enrico Tucci (Pdl): «Oggi il voto è di carattere politico e non tecnico e serve per evitare il commissariamento. I matrimoni però si fanno in due ed è una responsabilità del sindaco se noi non abbiamo ricevuto nessuna chiamata nonostante gli appelli degli ultimi giorni. Il patrimonio della città è stato distrutto e non abbiamo più un soldo e adesso occorre andare oltre il mito della discontinuità perchè il sindaco è il primo continuatore di se stesso. Nel 1999 l'acquisizione della banca del Salento con D'Alema presidente del Consiglio e Ceccuzzi segretraio provinciale dei DS ha portato a una perdita di diverse migliaia di miliardi di lire per la Banca Mps. Nel 2007 l'acquisizione di Antonveneta è stata portata avanti con D'Alema Ministro degli Esteri e Ceccuzzi e Deputato di riferimento per i Ds senesi. Oggi nel 2012 l'arrivo di Profumo al Monte D'Alema s è complimentato con Ceccuzzi della scelta effettuata. Tutto questo per dire che questa amministrazione è la figlia di quella che ci ha portato al disastro. Chi ha fallito lasci il posto. Vogliamo un'altra classe dirigente».
David Chiti (Pd): «La manovra la considero un atto di responsabilità che mette in sicurezza la città, lasciando al commissario le operazioni ordinarie. Una manovra con tre milioni di tagli in un atto che sarebbe potuto essere evitato. Il conto oggi è più pesante per tutti quando questo consiglio avrebbe dovuto governare il cambiamento. Ringrazio il sindaco per il coraggio dimostrato in un cambio di rotta per il quale sta pagando un prezzo troppo alto».
Massimo Bianchi (capogruppo Pd): «E' difficile fare operazioni del genere in così poco tempo. Il bilancio è per definizione previsionale e in quanto tale inevitabilmente insito di condizionali. Forse si confondono anche in questa aula il bilancio consuntivo con quello previsionale. La concertazione con le associazione di categoria non è stata strumentalizzata ma anzi frutto di un confronto inevitabilmente acceso. Quello di oggi è un voto tecnico e amministrativo in un momento in cui le dimissioni del sindaco sono state confermate anche ieri in conferenza di capigruppo. C'è una mozione di sfiducia che aleggia in questi banchi e questo è il segnale che siamo già entrati in campagna elettorale. Non solo, si sta assistendo ad un nuovo riequilibrio delle forze politiche. Caro sindaco, forse è davvero meglio restituire la palla ai cittadini. Il voto di oggi è solo esclusivamente contro il sindaco».
Franco Ceccuzzi: «Non ci sarà nessun ripensamento e per rispetto della città e delle istituzioni confermo le mie dimissioni. Questa maggioranza non c'è più e ringrazio chi mi ha guardato negli occhi per l'onestà dicendomi che aveva votato una mozione di sfiducia. Ritengo paradossale che si voglia continuare ad umiliare una persona con una mozione del genere. Dimettersi per me è un atto di dignità e che non vivo bene, un momento di riflessione interiore. Questo è un fatto grave per paura che mi possa ricandidare. Vi posso tranquillizzare che mi rimetterò alle decisioni del centrosinistra e del partito democratico. Sono convinnto che un rinnovameto vada portato avanti anche a costo di non essere più il sindaco. Che senso ha continuare a fare speculazione politica su dei servizi che vogliamo continuare a garantire anche a chi verrà dopo di me? Oggi mi sento di ringraziare tutti i dirigenti che hanno lavorato alla manovra del bilancio di previsione e che hanno dato un contributo straordinario. Ringrazio i sindacati e le associazioni di categoria che hanno capito il momento. Per concludere voglio ringraziare tutti i senesi che mi hanno dimostrato il loro affetto. Lotterò ancora per portare avanti le idee della parte migliore della città che è fuori da qui dentro, fuori da quell'accanimento dimostrato da qualcuno tra questi banchi»
Dichiarazioni di voto:
Marco Fedi (Siena Futura): «Ringrazio il sindaco per le parole che mi hanno commosso. Siena Futura voterà favorevole»
Gabriele Corradi (Lista per Corradi sindaco): «Ho cominciato a remare per salvare la nostra barca ala deriva. Siena è qui fuori e aspetta un segnale e se va in un certo modo quel segnale sarà negativo. Non abbiamo fatto un favore a questa città. Non parteciperò a questo gioco che mi sembra una roulette russa con una vittima sancita. Non parteciperò quindi al voto e invito a condividere con me questo percorso per far assumere alla maggioranza la responsabilità»
Marco Falorni (Liste civiche senesi): «Voto contrario per correttezza politica. Mi auguro che il sindaco faccia una riflessione sul proprio comportamento da primo cittadino invitandolo ad un rasserenamento. Voto contrario ad una idoneità che non c'è più ad amminsitrare questo momento così difficile»
Sandro Senni (Udc): «Storie di ordinarie miopie. Intitolerei così la mia esperienza in consiglio. La città ci sta guardando, tutti. Oggi abbiamo assistito a tutto tranne che a un dibattito politico. I senesi in gran parte attendono un progetto che dovrebbe uscire da questa sala, ma non sta uscendo. Dobbiamo ridare quanto prima la parola agli eettori. Il voto sul bilancio previsionale sarà semplicemente indirizzato ad evitare il commissariamento»
Pietro Staderini (Pdl): «Non si valutano le persone ma quello che sono gli atti delle persone. Il motivo per cui non votiamo il bilancio è presentato da un sindaco dimissionario. Rivendichiamo con froza il nostro ruolo e il voto è la massima espressione della democrazia stessa è il nostro voto sarà contrario».
Laura Vigni (Sinistra per Siena): «Fino a che la maggioranza si è sentita forte ha fatto quello che voleva. Non spetta a me entrare nel merito delle schermaglie all’interno della maggioranza, sono una spettatrice. Non credo che un assestamento di bilancio all’ultimo minuto sia sufficiente. Le modifiche apportate non mi sembrano eque, il mio voto sarà contrario».
Gian Luca Ranieri (PD): «Perché non si sono attivati prima sindaco e giunta? Non c’entra niente questo riequilibrio di bilancio. Abbiamo aspettato e ora si vuole dare la responsabilità a questo riequilibrio. La prima cosa che andrebbe fatta è rivedere le spese. Il mio voto sarà contrario».
Enzo De Risi (Per Corradi Sindaco): «Il mio voto finalmente non sarà determinante. Oggi non intendo partecipare a questo tipo di teatrino, me ne tiro fuori e lascio agli altri consiglieri l’onere di assumersi la responsabilità delle proprie decisioni. Non tollereremo che chi ha rotto questo giochino rischi di non pagare e siamo contenti che saranno i cittadini a decidere sul futuro».
Pasquale D’Onofrio (Siena Futura): «Una discussione paradossale quella che si è tenuta oggi. Non solo, anche surreale perché resta sotto traccia la ragione vera per la quale si mette la parola fine a questa esperienza amministrativa. Ci sono delle sconfitte che possono essere vittorie se si valuta il prezzo da pagare. In questo caso il prezzo è molto alto ma non bisogna cedere per dare corpo e credibilità alla politica. Forse tutto questo può essere una ripartenza. Ringrazio e mi scuso con tutti i cittadini per la dimostrazione data da questo consesso».
Fulvio Bruni (PD): «Abbiamo ripetuto il consiglio comunale del 21 maggio ma siamo alla fine di un percorso. La manovra avrebbe potuto mettere in sicurezza la città. Sindaco Ceccuzzi, la vera battaglia si è svolta in altri momenti e in altre aule. Ora si tira una riga. Siena non dimentica e spero che sia così».
Andrea Bianchi (PD): «Il voto sarà favorevole. E’ già cominciata una campagna elettorale e credo anche io che Siena non dimenticherà, per questo è bene che passi la palla ai cittadini».
Enrico Tucci (PdL): «Ho ascoltato sbigottito il sindaco e il tono aggressivo e vigoroso del suo intervento. Questa classe dirigente deve cedere il passo e spero che gli elettori diano spazio ad una nuova classe politica».
Lorenzo Brenci (PD): «Questa amministrazione cade per una congiura di palazzo. Diciamolo, diciamolo in maniera chiara. Mi sono un po’ stancato di questa pantomima. E i cittadini lo sanno perfettamente».
Leonardo Tafani (Riformisti): «Voterò convintamente e coerentemente questa manovra. Visto che siamo in campagna elettorale non nascondo che spero di rivedere in pista il sindaco Ceccuzzi».
Francesca Mugnaini (Gruppo Misto): «Ringrazio il sindaco Ceccuzzi per essersi accorto per la prima volta che sedevo tra questi banchi. Sono stanca di tutti gli attacchi personali seguiti. Non è possibile subire tutto questo per aver detto non sono d’accordo. Questa non è democrazia, non è la democrazia che merita questa città. Il mio voto sarà contrario a questa manovra di bilancio».
David Chiti (PD): «Voterò a favore di questa manovra. Una manovra di emergenza e per questo sarò amaramente favorevole. Spero che il torto fatto a tutti i cittadini chi lo ha fatto si assuma le proprie responsabilità. Chiedo tutto questo nell’interesse della città».
Luca Guideri (PD): «Il mio voto sarà contrario. Sono contrario all’aumento dell’addizionale Irpef»
Andrea Nuti (PD): «Le mani in tasca dei cittadini è il frutto di questa situazione che stiamo vivendo. In poco tempo si sono dovute trovare entrate. Il richiamo fatto a comportarsi in modo leale è discutibile. Il commissario potrà fare tutto ma a suo modo senza dar conto a nessuno. Questa manovra, invece, è un atto condiviso che esprime parere di una comunità, non ultimo atto di un sindaco dimissionario».
Mario Ronchi (PD): «Siamo all'atto finale di una crisi cominciata a marzo. Ora siamo in una condizione di frustrazione in cui vediamo i problemi ma non possiamo risolverli. Una crisi in cui avrei voluto che i consiglieri della maggioranza avessero detto quale era il vero obiettivo. Le dimissioni di Ceccuzzi. Sulla mozione di sfiducia penso di non aver mai partecipato ad alcuna riunione in stanze pubbliche e private. Ma la mozione è nelle corde di questa situazione. Al sindaco rinnovo la mia personale stima per un atto di responsabilità, come le dimissioni. Mi dispiace che succeda in momento di crisi e in un momento non facile per nessuno».
Franco Ceccuzzi: «Confermo il voto favorevole alla manovra. L'assestamento è stato presentato in tempi corretti e nei modi adeguati. Una manovra che ha un equilibrio e un rapporto uno a quattro tra entrate e uscite. Avevamo sperato di non introdurre nuove imposte, visto che i cittadini sono già gravati dalla congiuntura economica. Ma ci sono 5 milioni di tagli da affrontare. I sindacati hanno fatto anche proposte alternative ma facendo riferimento a nuove entrate. Fin da gennaio abbiamo rinunciato ad ogni opera pubblica, spostato oneri di urbanizzazione su investimenti, abbiamo realizzato solo qualche opera lasciata dalla precedente amministrazione. Ci siamo concentrati a garantire la tenuta e la coesione sociale durante la crisi. Le ultime amministrazioni hanno esteso molto e in alta qualità le prestazioni sociali. Forse fin troppo e queste prestazioni non sono state portate dal tetto della Fondazione MPS a quello più stabile delle casse comunali. E ora ne rimarranno tracce. In merito alla Fondazione, il Comune ha incassato proprio ora un altro milione e settecentomila euro».