L’importanza del gruppo e la responsabilità da attribuire ad ogni gregario. Questi alcuni dei temi che Alfredo Martini aveva affrontato il 5 aprile 2013 quando aveva incontrato i partecipanti al Corso di aggiornamento professionale in Operatore delle società sportive al dipartimento di Scienze politiche e internazionali dell’Università di Siena. L’ex ct della nazionale di ciclismo, scomparso all’età di 93 anni nella sua casa a Sesto Fiorentino, è rimasto un’icona dello sport con il passare degli anni. Una carriera da corridore gregario ai tempi di Coppi e Bartali, con un terzo posto al giro d’Italia del 1950 arricchito da una tappa vinta a Firenze. Martini, corridore professionista dal 1941 al 1957, ha continuato a pedalare anche se nel ruolo di direttore sportivo fino al 1974, poi è divenuto il ct della nazionale nel 1975, mantenendo l’incarico per 22 anni, fino al 1997.
Il saluto all’ex ct della nazionale di ciclismo Tanti i ricordi che emergono in queste ore, il presidente del Coni Giovanni Malagò ha detto: «Con Martini se ne va l’ultimo dei grandi testimoni di un’epopea che ha reso il ciclismo uno degli sport più popolari in Italia», mentre l’attuale ct della nazionale Davide Cassani ha commentato: «Il complimento più bello ricevuto è essermi sentito dire che ero l’uomo di Alfredo Martini. Sono sempre stato orgoglioso di questo. Io non ero un campione ma Martini mi ha dato la maglia azzurra 9 volte e mi ha fatto diventare il suo uomo di fiducia. Posso dire che è stato la figura più bella, più importante, più seria del ciclismo italiano». Parole non banali, che svelano con emozione vera l’essenza di una persona che ha dedicato tutta la vita al ciclismo.
Un vita per il ciclismo Generosità, la parola che meglio identifica questo sport, uno dei ricordi più belli raccontati recentemente da Alfredo Martini: «Un giorno mi trovai Fausto vicino (Coppi, ndr) e indicandogli la borraccia gli chiesi se voleva bere. Lui la prese e scuotendola mi guardò facendomi presente che di acqua non ce n’era nemmeno un cucchiaio e me la riconsegnò. Mi senti avvilito e finii in fondo al gruppo. Pochi minuti dopo Fausto mi aspettò e mi consegnò una borraccia piena d’acqua fresca. Questa è generosità, questo è il ciclismo». «Addio Alfredo Martini, grande uomo, le tue parole ci mancheranno» (cit. Vincenzo Nibali).