Del Capodanno Toscano, o dell’Annunciazione o dell’Incarnazione che ci sarà il 25 marzo – turisticamente parlando – nessuno ne avverte il bisogno.
Il fatto stesso che a due mesi dalla data, non si sia ancora scelto il nome, mi sembra un indizio eloquente. Così come il fatto che solo pochi giorni fa sia stata annunciata la decisione della Regione Toscana di fare il solito bando in cui si invitano tutti i comuni a comunicare se vogliono organizzare qualcosa in piena autonomia, per inserirlo in un grande calendario/calderone regionale, in cui tutto vale e tutto ha lo stesso spazio, dalla bicchierata al grande evento. Ci siamo già abituati con Arcobaleno d’Estate e dunque non mi sorprendo affatto.
L’idea di un Capodanno della Toscana da celebrare il 25 marzo non ha in effetti nessuna implicazione turistica. E’ tutta politica. L’ha avuta Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale, che ha preso spunto dal fatto che Firenze, Pisa e Siena (messe in rigoroso ordine alfabetico) ancora ricordano – con cerimonie molto diverse fra loro – la tradizione dei loro antichi stati di far iniziare l’anno esattamente nove mesi prima della nascita di Gesù. Una tradizione interrotta il 20 novembre 1749, quando il Granduca Francesco Stefano di Lorena decise che il capodanno doveva essere uno solo, il 1° gennaio, in tutto il territorio toscano.
La proposta aveva scatenato fortissime polemiche a Pisa, dove il Capodanno Pisano ha la tradizione più forte e dove temevano l’ennesimo scippo da parte dei fiorentini. Il Capodanno di Pisa è anche differente da tutti gli altri, perché non arriva in ritardo come a Firenze e Siena, ma invece in anticipo: il 25 marzo, per capirsi, a Pisa sarà già 2017.
Devo dire però che politicamente parlando, la soluzione trovata da Giani – in collaborazione con i pisani Federico Eligi (assessore comunale alle manifestazioni storiche) e Antonio Mazzeo (consigliere regionale Pd) – è veramente geniale.
Ha tolto il nome “toscano” che rendeva troppo scoperta l’ambizione granducale. Ha fatto spostare l’inaugurazione del restauro Cupola del Brunelleschi per evitare che l’evento apparisse troppo fiorentino, sostituendola con una visita alle stanze del Palazzo del Consiglio Regionale in cui lui – Giani – potrà essere il protagonista massimo ed unico. Ha comunicato che la mattina del 25 marzo sarà personalmente presente a Pisa, non più da “nemico”, ma anzi come garante istituzionale della difesa del Capodanno Pisano.
Troppo bravo, l’Eugenio. Davvero non vedo chi possa competere con lui per diventare il prossimo presidente della Regione Toscana.