Il sole, affermava il grande Jean Giono, non è mai così bello quanto nel giorno che ci si mette in cammino.
E’ vero, c’è sempre qualcosa che richiama un profondo senso di bellezza, nella decisione di mettersi in cammino. Anche a prescindere dalla nostra meta. Svegliarsi presto, caricarsi lo zaino sulla spalla, lasciarsi dietro una casa: gesti semplici che, idealmente, per me sono possibilità, promessa, nuovo inizio. Il cammino ha sempre a che vedere con una primavera, anche se i nostri passi lasciano impronte sulla neve.
Per quanto mi riguarda ho sempre pensato che in cammino non ci siano solo pensieri da sistemare – facendoli propri o più spesso liberandosene – ma anche parole. Soprattutto parole scritte, da incontrare e accogliere.
Per questo sono contento di aver scoperto, proprio in queste settimane in cui è più forte la tentazione della partenza, una nuova casa editrice, dedicata proprio al cammino.
Si chiama Edizioni dei Cammini, nasce dalla collaborazione tra il gruppo Lit e Luca Gianotti fondatore della Compagnia dei Cammini. Non so se abbia in mente di pubblicare anche guide e mappe – forse non ce n’è bisogno – piuttosto mi pare attenta alle tante cose che possono incrociare il cammino, una delle azioni più antiche, umili e profonde dell’uomo.
Tra i primi titoli vedo autori che non possono mancare sullo scaffale – o meglio ancora, nello zaino – di chi cammina (fosse solo con la fantasia). David Le Breton e Jonh Muir, per dirne due.
Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.
Così diceva Italo Calvino. Faccio il tifo per ogni nuova avventura editoriale, figurarsi per questa. Mi piace salutarla proprio con le parole di uno scrittore che oltre alle città invisibili seppe scorgere i fili che ci legano al mondo.