Decisamente non è un buon periodo per banca Mps e ancora meno per i suoi investitori. Dopo la pubblicazione dei risultati dello stress test del 26 ottobre, e del conseguente annuncio di un nuovo aumento di capitale, il titolo è crollato in borsa dimezzandosi di valore. Il grafico (fonte: Yahoo Finance) mostra l’andamento del titolo Mps in questo periodo, comparandolo ai “competitor” Unicredit e Intesa. Il grafico è impietoso: quando Mps ha un andamento collegato ai due principali titoli bancari, vuol dire che le cause del movimento dei prezzi sono esterne a Mps, e dipendono dall’andamento del quadro macroeconomico generale. Ciò è quello che avviene quasi sempre, ad esempio nel “rimbalzo” del fine settimana scorso, dovuto probabilmente alle voci su un possibile piano straordinario di acquisti di titoli di stato da parte della Bce. Nel primo periodo del grafico, subito dopo gli stress test, banca Mps crolla invece per cause proprie, rivelando una debolezza intrinseca del gruppo bancario.
Sappiamo tutti da cosa dipende questa debolezza: dai conti in rosso dell’Istituto, e dall’incapacità di produrre nuovi utili. Il mercato non è buono, ma sa fare i conti. Da una parte questo stato delle cose dipende dalla recessione in area euro; d’altra parte però, banca Mps è particolarmente penalizzata perché non riesce a rendere credibile il proprio piano industriale visto che dovrà affrontare un aumento di capitale consistente. L’andamento depresso del titolo assomiglia molto a quello precedente all’annuncio dell’aumento di capitale da 5 miliardi, quando l’incertezza su ciò che potesse accadere teneva lontani i potenziali investitori. Siamo oggi nella stessa situazione, ma con fattori di incertezza moltiplicati. Il mercato, infatti, ha digerito bene il primo aumento di capitale, ma non è detto che digerisca il secondo (anche se, in questa nuova fase economica in cui i prezzi degli asset sono in gran parte decisi dall’autorità monetaria, cioé la Bce, ci sono paradossalmente tutte le condizioni perché anche il secondo aumento di capitale riesca). Inoltre non è un mistero che banca Mps sia in vendita, anche se il passaggio di mano appare nebuloso in più aspetti, a partire dal compratore la cui identità è accostata a nomi diversissimi, in Italia e in Europa.
Sono convinto che banca Mps abbia ancora una solidità industriale che, potenzialmente, possa essere produttiva. Tale potenzialità però non potrà essere messa in campo finché continueranno ad esistere tutte le incertezze politiche ed economiche che hanno accompagnato, e continuano ad accompagnare, la storia della banca senese.