FIRENZE – I numeri potrebbero bastare per una volta. In Toscana ci sono 11 mila casi di ictus ogni anno, praticamente uno ogni 45 minuti se fossero cronometrati.
Il 63% di coloro che vengono colpiti a meno di 70 anni e al momento rappresenta la prima causa di disabilità nell’adulto, la seconda causa di demenza (dopo la malattia di Alzheimer) e la terza causa di morte. Dati che danno il quadro del fenomeno alla vigilia della Giornata mondiale per l’ictus. I casi sono quasi raddoppiati negli ultimi 30 anni per effetto dell’invecchiamento della popolazione: erano circa 7000/anno nel 1990 e sono diventati 11000/anno nel 2020.
“Stiamo inoltre assistendo ad un aumento dell’incidenza nei giovani – ha osservato Domenico Inzitari, presidente di Alice Firenze e già professore ordinario dell’Università di Firenze – : il 63% dei casi riguarda persone con meno di 70 anni. È il sintomo che l’ictus può colpire a qualsiasi età, non è più una prerogativa degli anziani. Si tratta inoltre di una patologia particolarmente costosa perché ad alta incidenza e con effetti invalidanti: in Italia, analogamente a quanto accade negli altri paesi industrializzati, le spese dirette (sanitarie) sommate alle spese indirette (perdita di produttività, necessità di assistenza) equivalgono allo 0,3% del Pil. Considerando che il Pil della Toscana è di circa 114 miliardi di euro, la spesa a carico del servizio sanitario regionale per l’ictus può essere valutata in circa 342 milioni di euro/anno”.
Per quanto concerne il trattamento della fase acuta, viene rilevato che se tutti i pazienti con ictus acuto venissero ricoverati in una unità ospedaliera dedicata all’ictus (Stroke Unit), ogni anno in Toscana si eviterebbero 800-1400 morti o disabili gravi (con un risparmio valutabile in circa 15 mmln di euro/anno) e 300-500 ricoveri (con un risparmio valutabile nell’ordine di 4,5-7,5 mmn).