david rossi.jpgUn’interpellanza urgente rivolta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero della Giustizia e al Ministero dell’interno. E’ quella presentata ieri dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle in merito alla morte di David Rossi, l’ex capo area comunicazione di banca Mps deceduto il 6 marzo 2013. La lunga interpellanza ripercorre l’inchiesta con l’ipotesi d’istigazione al suicidio archiviata dal Gip Monica Gaggelli avanzando più di qualche dubbio: «Sembra agli interroganti – si legge – che esistano parecchie e consistenti dubbi in merito alla strana morte di David Rossi, al contrario di quanto affermato dal gip che ne ha disposto l’archiviazione affermando che “Nessun punto oscuro può ritenersi sussistere e nessun dubbio”».

I dubbi « a) il corpo di Rossi è rimasto un’ora davanti alla videocamera di sorveglianza n. 6 senza ricevere alcun soccorso, nonostante ben due persone siano entrate nel raggio d’azione della stessa vedendo la vittima (e il secondo abbia persino effettuato una telefonata con un cellulare, avvicinandosi al corpo), nonostante qualcuno dalla finestra del suo ufficio abbia lanciato un oggetto (che potrebbe essere il suo orologio ritrovato nel vicolo, non essendo lo stesso visibile nei frame riguardanti la caduta di Rossi), e nonostante le almeno 6 telecamere di sorveglianza di Montepaschi (quante quelle comunali e delle private della zona?); ciononostante si è risaliti a soli 3 nomi dei dipendenti presenti in banca su un numero variabile tra 10 e 15 persone, quando almeno 2 persone secondo gli interpellanti hanno contravvenuto alle disposizioni di legge contenute nell’articolo 593 del codice penale, relative all’omissione di soccorso; 
b) Rossi come capo della comunicazione Mps e braccio destro di Mussari, conosceva ogni vicenda che vedeva implicata la banca, godendo di piena fiducia e gestendo personalmente diversi ambiti, tanto da partecipare personalmente alle attività capitoline per l’acquisizione di Antonveneta. In piena bufera giudiziaria, agli interpellanti pare assurdo che David Rossi possa esser rimasto sconvolto al punto di suicidarsi da una perquisizione dovuta, o dall’accusa di essere responsabile della fuga di notizie sull’azione di responsabilità decisa dal CdA di Mps contro gli ex vertici di Mps, Nomura e Deutsche Bank (in relazione a tale fuga di notizie la Procura ha aperto un’indagine per insider trading che vede tra gli indagati Michele Briamonte, legale Ior e membro CdA Mps)».

Perizia calligrafica L’interpellanza fa anche riferimento all’avvocato della vedova, Luca Goracci, che « si è affidato a un esperto calligrafo di primissimo ordine: il professor Giuseppe Sofia di Milazzo, già collaboratore di tantissime procure d’Italia soprattutto con quelle antimafia e per questo molto legato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con cui ha lavorato in più di un’occasione. La perizia di Sofia lascia poco spazio ai dubbi. Anzi nessuno spazio. Ha toni perentori: David Rossi avrebbe scritto quei biglietti sotto coercizione. Sostanzialmente qualcuno lo teneva per le braccia, appena sotto le ascelle, mentre lui scriveva, probabilmente sotto dettatura. Lo dimostrerebbero proprio le impronte di mani, visibilissime nelle foto dell’autopsia, rimaste impresse nella pelle delle braccia, proprio sotto le ascelle. Non solo: l’esame della calligrafia mostra tratti della scrittura, confrontati con altri testi vergati da David in diverse situazioni, visibilmente diversi non dovuti a un momento emozionale (come potrebbe essere legittimamente il momento prima di suicidarsi) ma appunto a una coercizione fisica. Se queste indiscrezioni verranno confermate sarà davvero dura per i magistrati non ascoltare la richiesta di Goracci e non riaprire il caso…».

Gli interrogativi L’interpellanza si conclude quindi con gli interrogativi: «se al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della giustizia risultino aperte altre indagini inerenti la sospetta vicenda della morte di David Rossi avvenuta il 6 marzo 2013; 
se il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell’Interno fossero a conoscenza dei rapporti di David Rossi con il Ministero dell’interno; 
essendo gli accessi ai ministeri monitorati, a nome di chi, in che date e presso quali uffici Rossi aveva accesso, nei suoi viaggi nella capitale, al Ministero dell’interno presso qualsiasi altra sede o distaccamenti governativi; 
se il Governo non intenda assumere iniziative normative al fine di perseguire gli stessi scopi del disegno di legge n. 624 (presentato al Senato il 30 aprile 2013) al fine di avere finalmente una commissione di inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena, visti i molteplici interessi diretti dallo Stato italiano; 
se il Ministro della giustizia non ritenga che sussistano i presupposti per l’invio di ispettori ministeriali presso la Procura di Siena, e in caso affermativo, se non intenda procedere rapidamente in tal senso».