È stata forse la giornata più lunga della storia di Piombino, tra messaggi di speranza e la consapevolezza che qualcosa sta per andarsene e non tornerà più. Un pezzo di storia non solo toscana ma anche italiana, un tempo vero sinonimo di qualità. Questa notte inizieranno le procedure per lo spegnimento dell’altoforno e con lui sarà la fine del ciclo integrato dell’acciaio alla Lucchini. Questo significa anche ammortizzatori sociali per quasi duemila persone: contratti di solidarietà per i dipendenti delle acciaierie e cassa integrazione in deroga per le aziende dell’indotto. Una situazione drammatica a cui ha rivolto un pensiero anche Papa Francesco (leggi). Un messaggio di speranza nel momento peggiore per Piombino. Questo pomeriggio si è tenuta un’assemblea aperta di fronte ai cancelli della fabbrica, con la partecipazione di tutti i sindaci del comprensorio, visto che alla Lucchini lavorano persone anche della Val di Cornia e dell’alta Maremma. Presenti circa seicento persone, tra paura verso il futuro e determinazione nell’affrontare la crisi.
Il valore della Lucchini Piombino rappresenta il secondo polo siderurgico del nostro paese dopo l’Ilva di Taranto e da’ lavoro a circa 2500 persone tra Lucchini e Lucchini servizi a cui si aggiungono 1500 lavoratori dell’indotto, 528 della Magona (Arcelor Mittal) e altri 110 di Tenaris Dalmine. Solo la Lucchini distribuisce circa 55 milioni di euro in stipendi all’anno e tra imposte e tasse elargisce a Stato e regione circa 65 milioni di euro all’anno, con questi numeri la Lucchini rappresenta la prima azienda in termini di contribuzione al Pil regionale della Toscana.
La bozza di accordo Intano, a Roma, il governatore Enrico Rossi è stato ricevuto dal premier Matteo Renzi per la firma dell’accordo di programma da 140 milioni di euro per la conversione del polo siderurgico e per gli ammortizzatori sociali. Ne è uscita una bozza che domani mattina lo stesso Rossi presenterà alle sigle sindacali. E coì nel giorno dello spegnimento dell’altoforno Afo4, per i lavoratori della Lucchini di Piombino una speranza arriva da Roma. Nel corso di un incontro a Palazzo Chigi, infatti, è stata raggiunta una bozza di intesa su un accordo per la tutela e lo sviluppo del Polo siderurgico. Domattina il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, presente al vertice di oggi, presentera’ la bozza a istituzioni locali e sindacati e gia’ nel pomeriggio l’intesa potrebbe essere siglata. Rossi ha sottolineato che ”i lavoratori sono disposti ad assumersi responsabilita”’ e propongono di avviare i ”contratti di solidarieta’, mantenendo cosi’ il rapporto con l’impresa e facendo risparmiare allo Stato le spese per la Cassa integrazione. Ma chiedono anche che lo Stato faccia altrettanto, assumendosi impegni precisi e vincolanti sul futuro del polo siderurgico di Piombino”.
Dal Ministero 50 milioni di euro Il ministero dell’Ambiente Galletti metterà a disposizione 50 milioni di euro per le bonifiche nel polo siderurgico, il che “consentirà al ministero dello Sviluppo Economico di rilanciare un progetto industriale importante per il Paese”. Ma domani l’attenzione è tutta sull’Afo e al suo ultimo giorno di vita. Per ritardare il più possibile lo spegnimento e comunque per tenere alta l’attenzione sulla crisi Piombino, gli operai occuperanno simbolicamente l’impianto.