spazziniQuasi 92 milioni di euro di fatturato e circa tremila addetti. Un patrimonio sociale di oltre 15,5 milioni e 600 mila euro di utile di esercizio. Sono i numeri di un 2014 di crescita e solidità per la storica cooperativa Cooplat, azienda nata a Firenze 69 anni fa e oggi attiva in 12 regioni di Italia nei settori del facility management, dell’ecologia, energia e manutenzioni. A scattarne la fotografia sono il bilancio economico e il bilancio sociale 2014 presentati stamattina nel corso di un evento che ha visto radunare i soci di Cooplat al Teatro del Sale di Firenze.

Dati in controtendenza rispetto all’economia generale Nel dettaglio della cooperativa i ricavi crescono nel 2014 di circa l’8%: dagli 85,2 milioni di euro del 2013 ai 91,9 milioni dello scorso anno. Il piano industriale della cooperativa, inoltre, da gennaio si è arricchito di nuove attività nei settori dell’energia e delle manutenzioni. Questo, insieme all’inizio dell’attività di Cooplat nell’area sud della regione in qualità di partner industriale della società Sei Toscana, gestore unico dell’Ato Sud, consente di mettere a budget per il 2015 un fatturato già in portafoglio di oltre 104 milioni di euro. Uno sprint nel comparto ecologia, che vede salire i ricavi per l’anno in corso da 33 a 49 milioni di euro. «I dati del bilancio 2014 di Cooplat sono estremamente positivi- ha commentato il numero uno della cooperativa fiorentina Fabrizio Frizzi – E’stato un anno il 2014 molto impegnativo però stiamo raccogliendo i frutti di un grande cambiamento interno, di una razionalizzazione, di innovazione anche nel processo produttivo. I nostri dati sono in controtendenza rispetto all’economia generale ma il mondo dei servizi sta lavorando perché fornisce appunto servizi essenziali e quindi c’è ancora un mercato che riesce a stare in piedi. Noi otteniamo questi risultati, che non voglio enfatizzare, sono positivi, grazie ad un lavoro di questi anni di razionalizzazione ed ottimizzazione con un lavoro interno molto duro ma che però con l’ingresso di energia costituita da nuovi giovani ci consente di andare avanti con qualche soddisfazione». Cooplat sta ricevendo segnali positivi anche da questo 2015. «Direi che si sta confermando il trend del 2013 e del 2014 dove abbiamo fatto buoni risultati, crediamo che anche quest’anno possa concludersi positivamente. Lo vedremo a fine anno però per ora il trend non è negativo».

Il nuovo rinascimento dei servizi A presenziare all’evento organizzato questa mattina da Cooplat anche il presidente della Lega Coop Mauro Lusetti. «Credo che le cooperative come Cooplat con il bilancio che presentano questa mattina ci consentono a noi di Lega coop di essere sulla buona strada anche in questo periodo di crisi. A livello nazionale abbiamo accresciuto l’occupazione anche grazie ai contributi positivi che cooperative come Cooplat danno al nostro movimento. Ci sono settori che sono in crisi forte come quello edile, altri come quello dei servizi a cui appartiene Cooplat che stanno vivendo una sorta di nuovo rinascimento a questo ci fa ben sperare per il futuro».

Cooplat dalla parte delle donne vittime di violenza Fra i progetti varati negli ultimi mesi da Cooplat anche uno svolto con l’Associazione ‘Artemisia-Centro donne contro la violenza Catia Franci’ che ha consentito l’assunzione di due lavoratrici sulla base dell’accordo per il reinserimento lavorativo delle donne che subiscono maltrattamenti, siglato dai due enti nel giugno scorso. Entrambe sono straniere, sui quarant’anni e con figlio a carico. Tutte e due hanno alle spalle trascorsi familiari molto difficili e storie di violenza domestica che nei mesi passati le hanno portate ad aderire al percorso di protezione di Artemisia. «Da un anno abbiamo questo accordo con Artemisia ed abbiamo inserito per adesso due donne che stanno uscendo da un percorso di violenza e di difficoltà che il centro segue e protegge ed oggi cogliamo l’occasione per fare il punto su questo, anche con un po’ di soddisfazione – ha concluso il presidente di Cooplat –Naturalmente i numeri sono ancora piccoli che però insieme all’associazione stanno riaprendo una prospettiva di vita, di dignità e di lavoro che è importantissimo perché senza il lavoro non c’è vita, né autonomia».