ROMA – L’elezione del presidente della Repubblica avviene ogni sette anni ed è un’elezione indiretta, cioè non sono i cittadini e le cittadine a partecipare ma i loro rappresentanti.

In questo caso, parliamo di dei cosiddetti “grandi elettori” composta da tutti i parlamentari più 58 delegati regionali scelti dai consigli di tutte le Regioni, tre per ciascuna più uno per la Valle d’Aosta. In totale i grandi elettori sono 1.009, chiamati a votare in una seduta a Camere riunite del Parlamento.

Solitamente i grandi elettori sono chiamati ad esprimere il proprio voto contemporaneamente ma, a causa della pandemia, ci saranno regole diversificate. In passato vi erano due scrutini al giorno; quest’anno ce ne sarà soltanto uno e si inizia oggi alle ore 15. I grandi elettori voteranno divisi per fasce orarie e in ordine alfabetico, in gruppi di non più di cinquanta persone, in modo da permettere la sanificazione delle cabine e delle superfici tra un gruppo e l’altro. Prima i senatori a vita, poi i senatori, i deputati e infine i delegati regionali.

Voteranno anche i parlamentari positivi al Covid, circa una trentina: a questo proposito è stato deciso di allestire un seggio speciale in un parcheggio adiacente alla Camera dei deputati, in via della Missione a Roma. Prima di ogni scrutinio verrà effettuata una chiama. Poi se ne farà una seconda per chi non era presente alla prima. Il voto è segreto e fino alla scorsa elezione, quella del 2015 in cui venne eletto Sergio Mattarella, si votava all’interno di grosse cabine tendate detti catafalchi, per poi uscire e inserire la scheda nella cesta apposita (insalatiera).

La Toscana ha scelto: Giani, Mazzeo e Landi grandi elettori per il Quirinale

Sempre per ragioni sanitarie i catafalchi sono stati sostituiti da cabine con un sistema di aerazione interno. I grandi elettori possono eleggere qualsiasi cittadino o cittadina con più di cinquant’anni che abbia diritti civili e politici. Per raggiungere il quorum nei primi tre scrutini è necessario avere la maggioranza qualificata, ossia i due terzi dei grandi elettori: 673 voti. Dal quarto scrutinio in poi basta invece la maggioranza assoluta, cioè il cinquanta per cento più uno, 505 voti. Una volta eletto, il nuovo presidente presterà giuramento nel giro di qualche giorno.