«L’Asta Taverne vuole fatti, non più promesse inattese». Non usa mezzi termini Lorenzo Di Renzone, consigliere del direttivo dell’Asd Asta Taverne, società stravolta dallo stop ai lavori di ristrutturazione del campo sportivo di Taverne d'Arbia (Siena), dove sarebbe dovuto sorgere il nuovissimo e polifunzionale centro sportivo dell'Ac Siena. Cantiere aperto a novembre 2010 (leggi) ma che oggi è drammaticamente fermo.
Il Siena risponde In una nota la società bianconera ha confermato il suo impegno per l’ultimazione dei lavori, in attesa che anche le istituzioni senesi (Comune di Siena e Monte dei Paschi, finanziatore del progetto) facciano la loro parte. «È una risposta che ci lascia parzialmente soddisfatti ma non cambia lo stato delle cose – continua Di Renzone -: l’Ac Siena, le istituzioni e la banca devono prendere posizioni precise e dare dei tempi, sottolineo brevissimi, per risolvere il problema. E lo dovranno fare davanti a tutta la popolazione di Taverne d’Arbia nel corso di un incontro pubblico in programma nel giro di due settimane, 24 settembre o primo ottobre le possibili date».
Il problema Mancano all’appello due milioni di euro. È questa la cifra necessaria per la copertura finanziaria del progetto che adesso prevede l’ultimazione di due campi e la creazione di un terza area comprendente un ulteriore terreno di gioco, parcheggi e zona bar-ristorante. «Stiamo parlando anche di una problematica sociale – continua Di Renzone -, in quanto il terreno interessato è del Comune di Siena e perché tutti, associazioni e cittadini di Taverne d’Arbia, si erano messi in moto, frugandosi anche in tasca, per la buona riuscita questo progetto. Adesso però tutti sono stanchi di sentire parole e promesse non mantenute. Anche a maggio 2012 sembrava che i lavori dovessero ripartire in tempi brevi, c’era stato un incontro tra l’ex sindaco Ceccuzzi, il Monte dei Paschi e le maestranze che garantirono l’apertura del cantiere nel giro di pochi giorni. Poi tutto si fermò immediatamente ed oggi tutto l’investimento iniziale, insieme alle prime strutture costruite, stanno cadendo in malora».
Politica latitante Quello che colpisce, al di là dello stato “eccezionale” del commissariamento del Comune di Siena, è il silenzio, assordante, dell’universo politico senese. Forse perché di parole, e di promesse, ne erano state promesse fin troppe quando ancora la maggioranza di Palazzo Pubblico non era entrata in crisi. «Questo progetto ha radici profonde nella programmazione non solo di questa amministrazione comunale ma anche di quella precedente – aveva detto l’allora sindaco di Siena Maurizio Cenni alla posa della prima pietra -. È bene ringraziare i dirigenti dell'Asta che hanno accettato la proposta congiunta di Comune e Ac Siena in un'ottica importante di patrimonializzazione per un territorio comunale e per una struttura societaria destinata a vedere incrementare la sua importanza», aveva detto l’allora primo cittadino senese. «Nessuno però ha mai stretto all’angolo l’Ac Siena e il Monte dei Paschi per portare a termine gli impegni presi – chiude Lorenzo Di Renzone -. E in tal senso non capisco come possa il Monte rilasciare le fideiussioni per il calciomercato della Robur e non per l’ultimazione delle sue strutture sportive. Ma quello che maggiormente non capisco sono le risposte, sempre molto vaghe, che ci ha fornito nel tempo il Comune di Siena. Di promesse ne sono state fatte tante, ma sempre disattese».